XI Legislatura – Tornata del 15 maggio 1873
capitolato proposto nel 1861 dal conte di Cavour per la soluzione della questione di Roma, quando sperava ancora di giungervi d'accordo col Pontefice.
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, e votate dal Parlamento nella legge delle guarentigie, di non turbare l'istituzione cattolica, e serbare inviolato al Pontefice l'esercizio di quegli
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Pontefice le prerogative della sovranità, crea un dualismo, quanto deplorevole, altrettanto pericoloso, fra il Re d'Italia ed il Papato. Ma ancor più viva
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che nel conservare al Sommo Pontefice la dignità, l'inviolabilità e le altre prerogative personali di Sovrano si sarebbe creato un dualismo di
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Roma mediante accordi col Pontefice, e vi era scritta questa clausola: «In caso di difficoltà potrà anche invocarsi la guarentigia delle potenze
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responsabilità d'una lotta fatale che il Pontefice volesse impegnare contro la nazione, in mezzo alla quale esso risiede.»
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interesse; più la indipendenza del Pontefice nelle sue relazioni di capo della cattolicità col mondo cattolico, ed in questo per serbarci fedeli alle
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l'indipendenza del Pontefice, e la piena libertà della Chiesa; di abolire sì il potere temporale del Papato, questa mostruosa unione lamentata da secoli
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Pontefice, ma egli lo regge nella sua qualità di Vescovo di Roma, e codesta qualità, comunque sia riunita nella medesima persona, è giuridicamente
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Signori, è un fatto, che in Roma, accanto alla persona del Pontefice, si raggruppano i generali o procuratori generali, della maggior parte degli
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gli ordini religiosi che si sono andati fondando hanno principiato dallo stabilire una loro rappresentanza presso il Pontefice, e quelli che nella
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rappresentante presso il Pontefice.
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all'estero possono avere col Pontefice come capo della Chiesa cattolica.
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Ora, di che è questione? Di non turbare questo ufficio spirituale del Pontefice, e di lasciagli i mezzi di esercitarlo così come lo ha esercitato
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nostro non sia infranta o paralizzata l'azione dei generali e procuratori generali residenti in Roma, d'innanzi ai Pontefice, e d'innanzi agli ordini
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D'altra parte nell'articolo 9 della legge delle guarentigie è stabilito, che «il Sommo Pontefice è pienamente libero di compiere tutte le funzioni
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sodalizi religiosi esistenti all'estero, sopra i quali non possiamo estendere l'azione nostra. E soltanto, perchè quegli uffici spirituali del Pontefice non
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non turbare lo stato presente di questo ministero religioso presso il Pontefice.
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stesso Pontefice.
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altro scopo che è mantenere le relazioni del Pontefice, cogli ordini religiosi esteri, era appunto necessario che questo concetto fosse scolpito
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L'onorevole Del Zio vorrebbe che questo disegno di legge su cui si discute, non avesse effetto se non quando venisse accettato dal Pontefice, ed una
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Altri più moderati, fra i quali pare che sia l'onorevole Corbetta, non ripugnano che si dia al Pontefice un supplemento di dotazione a quella
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questione di generali e procuratori generali, noi abbiamo proposto, siccome emendamento, che fino al giorno in cui non piacerà al Pontefice di
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personalità civile a toglier loro, nè beni ad essi appartenenti, di cui disporre. Il Pontefice non avrebbe nulla da chiederci, e noi nulla da accordare.
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Sede, col godimento temporaneo ai generali e procuratori generali degli ordini religiosi esteri, rappresentati presso il Pontefice. Spetterà quindi a
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. È dunque un godimento affatto precario, dipendente esclusivamente dalla volontà del Pontefice, il quale è il vero subbietto giuridico del diritto di
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facoltà accordate colla legge delle guarentigie. Quando si è detto pure ieri al Pontefice, che in Roma e nelle sedi suburbicarie egli poteva provvedere a
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sede del Pontefice, e una leale conseguenza della legge sulle guarentigie, nella quale dichiarammo di voler serbare al Capo del cattolicismo tutti i
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ministro di grazia e giustizia. E non vi sarebbe una specie di contraddizione, poco degna di un grande Stato, nell'aver conceduto ieri al Pontefice
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trattative col Pontefice, onde compiere, d'accordo, se fosse stato possibile, la riunione di Roma all'Italia; fa cenno delle offerte allora fatte, le
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e leali. Avevamo promessa l'indipendenza del Pontefice, e non abbiamo fatto nessun atto che v'attentasse. Avevamo promesso la libertà della Chiesa, e
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Ma nel tempo stesso che rispettavamo la indipendenza del Pontefice e la libertà della Chiesa, noi non ci siamo inchinati dinanzi a nessuno, ed
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trovato esistere in fatto presso il Pontefice l'ufficio di generali o procuratori generali pel cui mezzo il Pontefice si tiene nell'esercizio del suo
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che codesta funzione di fatto è oggi esercitata, siccome mezzo per il quale il Pontefice mantiene le sue relazioni cogli ordi[ni] esteri, in verità, se
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generali l'organo di cui il Pontefice si serve per comunicare cogli ordini religiosi esteri; servirsi esso invece della congregazione dei vescovi è dei
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che i generali e procuratori generali siano l'organo di cui il Pontefice si serve per comunicare cogli ordini religiosi esteri.
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in atto e credemmo doverla rispettare per mantenere anche qui al Pontefice l'esercizio indipendente del suo potere spirituale. Avremmo trasmodato i
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Ora codesto, me lo permettano i colleghi, è un errore. Prima di Sisto V esisteva soltanto la congregazione dei vescovi: fu questo Pontefice che la
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comunicazione fra il Pontefice e gli ordini esteri per l'esercizio del suo potere spirituale.
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sarebbe tanto più grave nella deficienza, di edilizi in Roma. L'organo per il cui mezzo il Pontefice corrisponde coll'orbe cattolica non sono neanche
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Certo è che quando dissi che sarei giunto sino ad accondiscendere ad accrescere di una somma di danaro la lista civile del Pontefice, lo feci, come
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Accademia della crusca
