XI Legislatura – Tornata del 15 maggio 1873
da dover tessersene compromesso il risultato pel ritardo di qualche giorno.
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Ed invero, signori, il progetto di legge che da alcuni giorni si discute con tanta dottrina e con tanto vigore, e sul quale i più opposti principii
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Anche l'onorevole Corbetta, il cui caloroso ed erudito discorso ho ascoltato con viva e sollecita attenzione, tocco da quel vigore giovanile e da
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Quanto poi alla legge speciale che ora esaminiamo, io in verità mal comprendo da quale atto o scritto del conte di Cavour possa rilevare l'onorevole
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Ora, signori, a queste prime accuse di deviamento dai veri principii della politica nazionale è stato già risposto da parecchi. Vi ha risposto
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Ma, signori, io credo che, se vi è cosa da cui la politica italiana, quale che essa abbia ad essere, debba tenersi scrupolosamente lontana, è appunto
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Veda da ciò la Camera, che non noi solidi parte moderata, ma quanti l'Italia ha amici, anche all'estero, consigliano un procedere cauto e temperato
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queste leggi una qualche modificazione, onde metterle d'accordo con le condizioni singolari di Roma, con le dichiarazioni da noi fatte e con altre leggi
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Ma, per raggiungere la pienezza di questo ideale, quante difficoltà ancora da superare! Quali ostacoli da vincere! Quanta concordia di animi ad
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l'indipendenza del Pontefice, e la piena libertà della Chiesa; di abolire sì il potere temporale del Papato, questa mostruosa unione lamentata da secoli
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della condizione nostra da quella di quei paesi; anche voglia mettersi da canto che la stessa legislazione inglese contiene eccezioni gravissime, non
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debba esser fatta puramente e semplicemente senza tenere nessun conto delle condizioni speciali di Roma, e dei principii proclamati e sanzionati da altre
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novembre. Egli disse che avrei dovuto «persuadermi che le grida di dolore per fare questa Italia, sono così antiche e grandi, sortono da una così numerosa
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Ciò che supera da questa liquidazione e da questi assegnamenti, pagati gli oneri e le pensioni, noi, fedeli alle nostre promesse, lo attribuivamo
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, si vede facilmente da chiunque si faccia a paragonare la destinazione che si dà con questa legge ai beni delle corporazioni religiose della città di
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E chi esamina attentamente il progetto, vede che Ministero e Commissione sono stati tanto scrupolosi a questo riguardo, da non volere che
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Da qui, signori, la necessità e la convenienza del secondo comma dell'articolo in discorso.
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generali e procuratori generali; pare ad essi che col solo nominarli si dia loro una ricognizione legale da parte dello Stato. Ed ancora più ripugna loro che
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veniamo per tal modo a riconoscere e sanzionare la esistenza di questi generali e procuratori generali, affermando, ed accettando, da una parte, quello
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personalità civile a toglier loro, nè beni ad essi appartenenti, di cui disporre. Il Pontefice non avrebbe nulla da chiederci, e noi nulla da accordare.
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In verità ci è sembrato e ci sembra che sarebbe questa una gravissima contraddizione, da doversi scrupolosamente evitare. Ma ciò non è tutto.
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l'onorevole Mancini, dopo avere nel suo facondo discorso, esaminata la legge, volle giudicare il Ministero e la politica da esso seguita.
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efficace concorso da parte del Ministero,
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non abbiano per alcuni un senso assai diverso da quel che suonano.
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noi siamo a Roma già da tre anni circondati dalla stima e dall'amicizia di tutti i Governi stranieri.
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tentasse, l'Italia di Arnaldo da Brescia, di Dante e di Machiavelli respingerebbe l'invito, e riconoscerebbe il bisogno di cercare un migliore
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Ora, è vero o no che la Commissione nella sua relazione e nel formulare il progetto di legge da essa presentato, si è attenuta a codesto concetto?
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anzi le espressioni usate sono tali da stigmatizzare siccome ingiusto e dannoso qualunque provvedimento, il quale in qualsiasi modo trascendesse le
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Voleva per avventura l'onorevole Damiani che, per attenerci ad autori profani, avessimo ad attingere i concetti di funzioni di natura religiosa da
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Debbo per altro rettificare un errore che ho udito nella discussione da più di uno degli oratori, che, cioè, non sono i generali, nè i procuratori
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«Si dà comunicazione della deliberazione presa in seduta di ieri dall'onorevole Zanardelli, il quale dichiara di associarsi alla deliberata
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Ripeto che qui non si può uscire da questo dilemma: o cacciar fuori dallo Stato
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Perciò mi scusai più volte, anche perchè doveva allontanarmi in quella sera stessa da Roma per impegni di ufficio; ma mi piegai ad accettare
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Perchè adempisse a tale obbligo, non doveva essere richiesto da alcuno; la minoranza fu dunque pregiudicata e negletta.
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almeno da un sommario cenno degli argomenti e delle ragioni che la guidarono, ciò sia mio fatto e colpa.
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Scusino, nel seno delle Commissioni non vi è l'usanza (non siamo già deputati da ieri) di leggere come se fosse il testo di una legge un processo
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Mancini.… ed in modo da emettere approvazioni irrevocabili. Faccio appello alla loro lealtà. Io non intesi, nè poteva intendere altrimenti quella
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Sì, la conciliazione era voluta sinceramente da tutti i suoi membri; la conciliazione era anzi inaugurata e fatta; fu il Ministero che non la volle
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Io era stato mosso da un sentimento di delicata convenienza a non far conoscere le fasi per le quali erano passate le discussioni e deliberazioni
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Come fosse accolta da me e dai miei due colleghi questa ultronea proposta, emanante da una Sotto-Commissione che non ne avea l'incarico, risparmio
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Commissione alla Camera, ma ne respingo da me la responsabilità; perchè ad altri piacque in esse iniziarla.
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dilemma: o bisogna cacciare da Roma e dal regno i generali ed i procuratori generali con una legge d'ostracismo; o, se sono liberi cittadini, è necessità
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Avrei taciuto su quanto vi è seguito, se non fossi stato tratto da ciò che venne dicendo l'onorevole Mancini nel suo discorso.
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Zanardelli. Duole anche a me di essere tratto da una specie di necessità a fare il testimonio di quello che occorse nel seno della Commissione.
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Mi preme anche di scagionare la Sotto-Commissione da un appunto fattole dall'onorevole Mancini, di avere sconfinato oltre i limiti che le erano stati
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La deliberazione invece fu una sola; essa venne preceduta da varie discussioni in cui tutti i membri della Commissione hanno manifestata la loro
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del loro ufficio voglio coi cittadini nostri accomunarli. Ragionando però anche da questo punto di vista, mi sia lecito stupire che per l'onorevole
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presidente. Non dipende però da me di evitarli.
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mia impressione fu che si fosse fatta una riserva per ciò che si riferiva a provvedimenti da prendersi pei generali.
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conveniva di adottare, non solo io ho procurato di ben ponderare le espressioni, ma, volgendomi ai colleghi, ho avuto cura che fossero da loro bene intese
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Accademia della crusca
