X legislatura – Tornata del 26 novembre 1868
sanatoria dell'interruzione di servizio per cui sarebbe necessaria la revoca di una disposizione stata emanata il 20 agosto 1860 dal Governo generale
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dirette al maggior bene della nazione, di cui siamo i legittimi rappresentanti.
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l'abnegazione di cui deste solenni prove negli ultimi tempi, adoperandovi a restaurare le non prospere condizioni delle nostre finanze, non verranno meno ora
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cordoglio, pensando all'opera cui la Camera si prepara, è tesserne il migliore elogio, è un porre in evidenza i rari meriti che erano in lui e che tutti
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meravigliosa eloquenza, noi, cui toccò di averlo a collega, fummo invidiati testimoni. Mi sia lecito il dirlo senza offesa di alcuno: era il più vigoroso
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per intraprendere; nel riassumerla io sarò brevissimo, ma è necessario che almeno i punti principali a cui s'informa la proposta che ho presentato
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che il suo giudizio debba risultare come definitivo. Il principio a cui s'informa il regolamento è di sottrarre alle discussioni ed alle decisioni
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quando la legge fondamentale stabilisce che questa pronunzia si emetta dalla stessa Assemblea, cui deve appartenere il senatore od il deputato, io non
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Avvertite, intanto, che nell'articolo 20, su cui non dobbiamo discutere, avvi una disposizione per la quale la Giunta delle elezioni ha nientemeno
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, inquantochè riteneva necessario di porre un argine al precipizio verso quella china cui mi pareva di vedere spingersi le deliberazioni della Camera, di
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parlamentari, di cui vi ho finora ragionato. Il modo di contemperare l'una disposizione coll'altra, è appunto questo di ammettere che la Camera, dopo avere
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sancita comunque provvisoriamente l'irrevocabilità del giudizio intorno alla condizione di cui si parla nell'articolo 20, tanto valesse l'accettarla
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, non ferisce più il diritto degli individui reclamanti, ma deve giudicare del modo con cui il diritto elettorale fu esercitato.
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Ove niuno protesti, non conviene che in seno della Camera lo zelo particolare di un rappresentante sollevi una questione di cui non si curarono gli
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dell'eletto, si tratta del diritto supremo degli elettori di cui noi tutti siamo i mandatari. Dunque la riunione dei mandatari potrà profferire il
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Se il mio pensiero, o signori, fa reso dalle mie povere parole con quella chiarezza pari a quella con cui io lo sento, non dubito che voi approverete
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Sono parole del cancelliere dello scacchiere sopra quest'ultimo bill dell'elezione, e sono parole con cui il cancelliere dello scacchiere non esprime
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Lampertico. L'onorevole Ferraris ha prima egregiamente osservato come in questa discussione occorra distinguere il principio su cui si fonda
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Ebbene, qual è il principio su cui quell'atto si fonda? Che non sia la Camera intera in piena assemblea quella che decide delle elezioni, ma una
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soddisfi ai diritti delle minoranze, di quello che faccia il metodo finora seguito per cui era la Camera intera che decideva delle elezioni.
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Manca poi alla Camera intera, oso fare un appello a noi tutti, manca la conoscenza diretta e propria di quelle questioni particolari di cui si tratta
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parte io non so come possa togliersi quella incoerenza in cui cadrebbe la Camera quando, dopo avere adottati gli altri articoli del regolamento, oggi
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, l'altro un giurì. Certo ben comprendo che il caso in cui il giudizio della Giunta è inappellabile anche per l'annullamento dell'elezione per questo solo
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elettori. Gli elettori vedrebbero rimandati alcuni dei loro eletti senza poter apprezzare i giusti motivi, senza sapere come l'Assemblea, a cui lo Statuto ha
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quelle che partono da quelli su cui io seggo; ma, quando invece una mozione partisse da uno della parte opposta come presidente, in verità io non lo avrei
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e l'altra cosa, io ho proposto un emendamento con cui avverrebbe questo, che la parte soccombente potrebbe appellare dalla Giunta alla Camera
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e non su quelli a cui appartiene l'onorevole Michelini.
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Per ora non possiamo rimediarvi; rimediamo almeno a quel difetto cui possiamo solo.
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Del resto non è questo il primo caso, e probabilmente non sarà 1'ultimo, in cui i fautori della libertà vera seggono su questi banchi,
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troppo larga parte alla maggioranza della Camera cui appartengono. Ma essi avrebbero dovuto pensare alle politiche vicende, e che non è impossibile
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Queste sono le ragioni sommarie per cui io ammetto l'articolo 19. Ma nel caso di parità di voti nella Commissione l'incertezza sui vizi della
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contestare, ma che è precisamente contraria alla conclusione a cui egli è venuto. Egli ci ha narrato, con molta dottrina che dal tempo di Granville fino
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elettorale, la sovranità elettorale mercè cui tutta l'Assemblea complessivamente poteva decidere sulla validità o no delle elezioni dei deputati.
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Per cui la Commissione ha dovuto scrivere un articolo, la cui esecuzione, se si mantiene l'articolo 19 tal qual è, diventa impossibile.
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Citerò qui gli esempi delle ultime due elezioni generali, per cui in bravissimo tempo e con ben poca discussione la grande massa delle elezioni fu
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piuttosto all'interpretazione letterale anzichè alla discussione quale è adatta, non solo a questa Assemblea, ma quale si conviene al punto in cui è dessa
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dettaglio a cui è facile fare un'infrazione; e vedete quanto sia facile in Italia attaccare per tal modo la validità delle elezioni.
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Valerio, Io mi fo un dovere di dire che noi accettiamo la soppressione di quell'avverbio, la cui introduzione era solo diretta a prevenire
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Per ultimo l'onorevole Oliva ha proposto l'emendamento di cui la Camera ha già intesa la lettura, ma che si leggerà di nuovo perchè le siano presenti
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Così chiarito in brevissimi tratti quale sia stato il concetto della Commissione, quali le ragioni che la indussero a proporvi l'articolo di cui si
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, si tratta soltanto di determinare il modo con cui questa prerogativa può esercitarsi.
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Accademia della crusca
