X Legislatura – Tornata del 27 maggio 1868
di diritti che possano competere ai monaci. A tale proposito io stimo utile il por mente come la stessa Commissione, la quale pure si mostrava molto
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Ma ammettiamo anche che questi monaci abbiano dei diritti. Ebbene, se essi hanno dei diritti, noi però abbiamo dei doveri, e quello soprattutto di
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breve avvertenza. Per quanto io non mi trovi a mio agio in una disquisizione sui monaci, ho pure voluto prestare attenzione alle varie considerazioni
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monaci, direi così, un bill d'indennità per due inosservanze da loro fatte alle leggi civili, quando, cioè, avessero professato prima degli anni 21 o
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dell'avere professato dentro o fuori dello Stato, questi monaci, essendo ricorsi ai tribunali ordinari nelle loro controversie collo Stato, ne abbiano
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Io ci veggo proprio il caso nostro. I monaci sono da noi trattati a pasticcini
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non sia presente. Perorando in favore dei monaci, egli adoperò alcune frasi le quali peccavano assai di esagerazione.
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La Commissione, noti bene la Camera, ha detto che sono 5000 i monaci che fruiranno di questa legge, ma non ha detto quale spesa potrà produrre
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all'anno ai monaci, mentre lasciate tanti eroi della nostra epopea nazionale nel più completo e compassionevole abbandono e se le ragioni finanziarie che
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furono gli autori dell'unità e della libertà italiana? Che se i monaci, come pretende uno degli onorevoli colleghi, furono i martiri obbligati di una fase
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uguali, non si sa se i 5000 monaci apparterranno in maggior parte a coloro che dovranno percepire 250 lire d'assegno vitalizio, oppure in maggior
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, dovreste, prima di farne godere i frutti ai monaci che sono nemici d'Italia, estenderla a coloro che hanno patito e patiscono e languono ancora in
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esclusi dalla legge per non aver fatto professione regolare, o nello Stato, ma retroagisce in favore di tutti i monaci professi, i quali si trovassero
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, che nè io, ne voi, nè il Governo non sapremo mai se e quando i monaci avranno dai comuni, o dalle provincie, per redditi propri, o per offerte di amici
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condizione che i monaci dovranno avere avuto dimora, per un tempo determinato, e prima della promulgazione della legge del 1866, in conventi che esistano in
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Ora bisogna considerare che molti monaci i quali non vivevano nello Stato, i quali non vissero nello Stato per moltissimi anni prima della
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Cadolini. Accenno ad un fatto di cui ho conosciuto degli esempi. Vi sono dei monaci, i quali, appena fa promulgata la legge del 1866, accorsero nello
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l'applicazione della legge del 1866, facciano cessare il diritto alla pensione, perchè, se queste rendite i monaci le hanno fuori dello Stato
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Ora, qual è la condizione di questi monaci? È quella di persone le quali scientemente e volonterosamente hanno violata la legge civile. Hanno questi
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Ma, ci si dirà, questi monaci alla fine dei conti hanno professato, essi erano nel possesso del loro stato, e la legge civile sopprimendoli doveva
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Ora, con qual ragione si viene a dire à noi, che siamo i rappresentanti del potere legislativo dello Stato, che questi monaci meritano un riguardo
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è ragguagliata a quella che è determinata dall'articolo 7 della legge del 1866) a quei monaci i quali avessero fatta la loro professione nell'età
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io direi in una parola che, se la questione è solo di pietà e di umanità, non è a noi che i monaci devono rivolgersi: a noi che essi trattano come
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Sono o non sono monaci costoro? E noi li abbiamo o non li abbiamo soppressi?
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Ma infine, se voi lasciate che questi monaci continuino a vestire la loro tonaca, malgrado la pensione che vi disponete a largir loro…
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Vadano i monaci a chiedere l'elemosina ai loro amici; e se i poveri emigrati, e se le vittime della libertà non vanno ad invocare soccorsi a Roma
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Signori, non vorrei che, respingendo il mio emendamento, aveste il danno e le beffe; imperocchè, mentre i monaci fanno di tutto per provocare l'odio
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visto in Sicilia quanto sia pericoloso di lasciare a questi monaci il loro abito, di modo che ha dovuto ordinare che lo deponessero. D'altronde tutte le
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Se avete aboliti i monaci, togliete loro la facoltà di vestirne le invise e pericolose insegne.
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È dunque la proposta Macchi estesa a tutti i monaci.
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