X Legislatura – Tornata del 27 maggio 1868
Io ci veggo proprio il caso nostro. I monaci sono da noi trattati a pasticcini
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De Filippo, ministro di grazia e giustizia. Non aspetti la Camera che io entri nuovamente nella discussione generale.
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Questa condizione io non la comprendo. Dite che non è atto di giustizia; dite che non è reclamato dall'umanità; dite tutto quello che si è detto da
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simili. Io spero quanto prima di raggiungere questo intento, ma, ripeto, bisogna tener conto delle difficoltà che s'incontrano per poter presentare un
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Farini. Io aveva chiesto di parlare per una semplice dichiarazione dopo il discorso dell'onorevole guardasigilli; ma, a dir vero, la sua perorazione
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Farini. Io aveva chiesta la parola per una dichiarazione.
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È questo un fatto, è questa una tendenza costante del Governo, alla quale io accenno senza per nulla muovere un appunto all'onorevole guardasigilli.
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Quanto alle diocesi, io mi trovo agli antipodi dell'onorevole relatore; è quindi inutile che ne parliamo.
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Io dirò all'onorevole ministro che di consimili eredità dei Governi passati ne abbiamo avute parecchie, fra le altre quella, anche sul bilancio dello
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presidente. Io ho fatto la proposta di passare alla discussione degli articoli, perchè credeva che questo fosse il significato della proposta del
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presidente. Mi pareva che fosse evidente il risultato; nonostante, se fu domandata la controprova prima della proclamazione della votazione, io farò
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Ebbene, io mi metto sul terreno dell'onorevole Sebastiani, prendo il suo principio, e ragiono così.
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Sineo. Io credo che la Camera non debba altrimenti sancire questa legge, fuorchè coll'intendimento di fare non solo una legge per l'avvenire, ma, ove
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Persuadetevi bene di ciò; voi potevate dire da principio: io non voglio dar niente a nessuno; ma una volta che dite: io voglio dare qualche cosa
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Questo è l'emendamento che io aveva proposto per il primo numero del primo articolo.
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Quindi io prego la Camera a tenersi precisamente in quei limiti.
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Abignenti. Io ritiro, o, per meglio dire, correggo il mio emendamento. L'onorevole Mannetti ha detto che si proponeva una
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De Filippo, ministro di grazia e giustizia. Debbo fare una dichiarazione. Io ho accettato il progetto di legge perchè supponeva che la Camera lo
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La Commissione faccia codesta scala, metta la graduazione, ed allora saremo d'accordo. Io non voglio andare agli estremi, perchè so che summum jus
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Abignenti. Io ritiro ora quest' emendamento all'articolo primo, e quella correzione intendo di farla alla fine dell'articolo terzo.
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Altra ragione per negare il voto all'articolo 3, quello cioè in discussione, è la seguente. S'invocano i canoni della Chiesa: ma perchè? Io sono
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Io vorrei che fossero qui tante famiglie ridotte all'estrema miseria, lo dico chiaramente, alla più squallida miseria, famiglie che dalla categoria
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Puccioni. Io sono molto lieto che gli onorevoli Morini e Cadolini mi abbiano preceduto nell'accennare ai gravi inconvenienti che produrrà
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ovunque, io non posso approvare questo articolo, come non posso approvare nessuna parte di questo progetto.
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Quindi, siccome io ritengo che tutte le quistioni che si vogliono risolvere con questa proposta di legge si
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Puccioni. Io ho dovuto fare una dichiarazione la quale credo abbia una grandissima importanza sulle disposizioni che si contengono nell'articolo 3.
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(Bene! Bravo!), e siccome io ritengo che i tribunali ordinari avrebbero della legge stessa fatta un'applicazione più esatta e più giusta, me lo
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La Camera sa che io non sono solito abusare della sua pazienza, e oggi le prometto di essere più breve del solito.
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Ad ogni modo io prescindo da queste considerazioni e vengo all'emendamento che mi sono fatto dovere di proporre.
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Io non vengo adesso certamente ad attribuire all'onorevole Macchi l'intenzione, l'idea di volere adoprare questo stratagemma; certamente egli
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Massari G. A proposito di questa legge, io ho mancato di preveggenza; non mi sono fatto iscrivere per parlare nella discussione generale, e me ne
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Io però aveva chiesto la parola allorchè l'onorevole presidente l'ha accordata all'onorevole deputato Macchi, poichè, avendo gettato l'occhio
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Ed a questo proposito permettetemi che io dia termine alle mie parole con una dichiarazione.
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Mi permetterà l'onorevole deputato Macchi che su questo argomento io parli con una certa sicurezza di coscienza e con piena cognizione di causa. Io
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Lo stesso onorevole Massari ha indicate, secondo me, assai bene le ragioni che consigliano di non accogliere cotesto emendamento, e che io sono
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Abignenti. Signor presidente, io aveva domandata la parola.
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con cui egli voleva far credere che io avessi proposto quest'emendamento per far respingere la legge. Il deputato Massari mi conosce abbastanza, e mi
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Io son sicuro che egli non avrà alcuna difficoltà di dichiararlo alla Camera.
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Io non poteva riferirmi alla Commissione, ma al Ministero incaricato di far eseguire la legge.
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Mannetti. Io ho domandato la parola non per entrare nella questione generale, ma per un fatto personale.
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presidente. Io debbo consultare l'opinione della Camera. Se essa acconsente, non ho nessuna difficoltà ad accordarle la parola; ma finchè non abbia
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presidente. La parola spetta prima all'onorevole Puccioni per un fatto personale. Puccioni. Io mi rimetto alla giustizia della Camera. Essa sa quale
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presidente. Dunque io debbo domandare se la proposta dell'onorevole Pescatore è appoggiata.
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Ecco perchè io ho adoperato una certa vivacità nel sostenere la mia tesi.
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Ma io non voglio rispondere con un epigramma ad un frizzo del mio onorevole amico;
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presidente. Se non vogliono, voteranno contro; io debbo mettere la proposta ai voti: prima di tutto domando se è appoggiata.
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Puccioni. Io ho combattuto con calore insolito, non lo nego, l'articolo proposto dalla Commissione, e l'ho combattuto per questo solo motivo: perchè
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Quindi, se la Camera non è d'altro avviso, io sostituirei alle parole: «abbiano negata la pensione» queste altre: «che non abbiano diritto alla
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Avvertirò ancora che le considerazioni svolte così bene dall'onorevole Cortese, ed alle quali io mi associerei, eccettuato però l'entusiasmo,
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Sebastiani. Allorchè io rispondeva all'onorevole Morini, io teneva presente anche la domanda fatta dall'onorevole Cadolini, per sapere cioè a quale
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Accademia della crusca
