Voci della notte
doloroso, e queste parole mormorate a guisa di un gemito: Mio Dio! Mio Dio! S'ella avesse potuto dormire, almeno un'ora! tanto da riposare quella povera
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, d'estate sotto il sole, d'inverno sotto la neve, senza contare la pioggia, la nebbia e il vento. E un bel vento si apparecchiava anche per quella
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aveva la chioma ricciutella e l'occhio ceruleo; senonchè crescendo negli anni, la mamma si accorse, e tutti potettero accorgersi, che in quella
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quattro o tre; ma esserci insomma. E chi le avrebbe avute? Forse suo fratello Marco, celibe, dissipatore, beone? Forse quella gatta morta della figlioccia
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Le maschere uscivano a crocchi ed a coppie dal teatro; il veglione, quella notte, era animatissimo. Attraversando la piazza, sotto i fanali di luce
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impenetrabilità, che giustificava in parte le parole pronunziate aspramente dalla cognata, quando ella era uscita dal salottino: «Per quanto si faccia, quella
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sentinella sempre vigile, mentre tutto in giro i prati e i campi avevano l'aria di riposare all'ombra delle montagne, che in quella luce incerta somigliavano a
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