VIII Legislatura – Tornata del 20 novembre 1862
— Schiarimenti ed avviso del presidente del Consiglio, Rattazzi — Censure del deputato Crispi, e proteste del ministro per la guerra, Petitti — L'elezione è
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presidente. Il presidente del Consiglio ha facoltà di parlare.
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Rattazzi presidente del Consiglio. Io non prenderò ad esame la questione sollevata dal IV ufficio, cioè se siano valide o no le elezioni seguite
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Rattazzi presidente del Consiglio.
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Rattazzi presidente del Consiglio. Io dunque dico…
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Rattazzi presidente del Consiglio. Quando sarà possibile parlare, continuerò.
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Rattazzi presidente del Consiglio. Va bene; parlerà per un fatto personale.
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Esclamai, interrompendo l'onorevole presidente del Consiglio dei ministri: Dica la verità! Ebbene, egli non ha detto la verità.
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Rattazzi presidente del Consiglio. Parlerò, ma non voglio che si facciano rumori per impedire che la mia voce sia ascoltata.
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Rattazzi presidente del Consiglio. Se oggidì la Camera crede che lo stato d'assedio, quantunque esso, nei termini in cui fu promulgato non togliesse
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Rattazzi presidente del Consiglio. Scusi…
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Rattazzi presidente del Consiglio. Mi pare che la Camera non dovrebbe più occuparsi della validità di questa elezione, dappoichè il signor Sacchi
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Io vorrei far osservare all'onorevole presidente del Consiglio che colla massima per lui enunciata viene a stabilirsi un precedente il quale mi
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Rattazzi presidente del Consiglio. Del resto l'avesse data o non data questa notizia, avesse fatto o non fatto questo dispaccio la Presidenza, dal
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Bon-Compagni. Signori, affinchè il signor presidente del Consiglio e la Camera sieno in grado di apprezzare lo spirito delle interpellanze che io mi
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Rattazzi presidente del Consiglio. Prego la Camera di sentire a questo riguardo anche il Ministero.
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Rattazzi presidente del Consiglio. Il fatto dell'arresto di questi deputati si collega con tutti gli altri fatti che avvennero negli ultimi mesi.
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Rattazzi presidente del Consiglio. Tanto meglio; se l'onorevole Ricciardi non è d'accordo con questi suoi colleghi, parlerò unicamente della sua
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Io non posso soffocare nell'animo mio il dubbio, se la politica iniziata dal presente Ministero e dal presidente del Consiglio che lo formò, non sia
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signor presidente del Consiglio il desiderio, o la preferenza almeno, che incominciasse egli dalla sua esposizione; ma giacchè mi manifestò un
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Bon-Compagni. Il presidente del Consiglio formò il suo Ministero patteggiando colla parte impaziente, ebbe per sicurtà innanzi alla nazione il
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del Consiglio teneva sicuramente uno dei luoghi più preeminenti in questa Camera pel suo ingegno, per la sua dottrina, e per le cariche che egli aveva
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Non cerco quanto il Ministero, e particolarmente il presidente del Consiglio, avessero colpa in questa cosa; possono esservi delle circostanze, che
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succeduta. E quando io dico questo, non dico nulla di personale al signor presidente del Consiglio: so che le sue convinzioni e le sue tendenze lo fanno
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Consiglio dichiarò parecchie volte innanzi alla Camera che assolutamente egli non riconosceva a nessuno il diritto di fare degli armamenti. Egli propose una
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del Consiglio, aveva potuto farsi illusione un momento (momento troppo lungo però) che si scansassero i pericoli che venivano dalle impazienze
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del Consiglio e tutti i suoi colleghi a persuadersi che questa parte del mio discorso non è punto quella d'un avversario, che m'addolora profondamente
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Un altro atto su cui è necessario di richiamare l'attenzione del signor presidente del Consiglio e della Camera è lo stato d'assedio introdotto nelle
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Il signor presidente del Consiglio sa che io non sono un uomo che abbia inclinazione a distruggere il prestigio e l'autorità del Governo. Egli sa che
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Ebbene, io spero che non comincierò dal signor presidente del Consiglio, con cui le mie relazioni furono sempre benevoli; ma più che i miei istinti
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settembre 1849 si aprì dotta ed animata discussione alla Camera subalpina sopra una petizione del Consiglio delegato di Chiavari che protestava in
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sciogliere le file dei suoi, ormai troppo assottigliate. Allora con disperato consiglio sulle spiaggie romagnole dell'Adriatico affidò sè e pochi
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già, o signori, perchè colti in flagrante reato, come si assicurava l'onorevole presidente del Consiglio dei ministri, ma per essere andati noi in
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questo smarrimento fu una fortunata combinazione e per il generale La Marmora, e per il presidente del Consiglio dei ministri; la pubblica opinione poteva
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In questa lettera egli rende conto di un colloquio avuto col presidente del Consiglio dei ministri.
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Premetto che tanto il generale La Marmora quanto il presidente del Consiglio non si coprirono coll'egida dello stato d'assedio.
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Che risulta da questo colloquio? Che il presidente del Consiglio dei ministri parlò solo di flagranza, accennando per altro quasi incidentalmente che
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Seguito dell'interpellanza del deputato Bon-Compagni al presidente del Consiglio dei ministri intorno alle condizioni generali politiche del paese.
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Accademia della crusca
