Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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VIII Legislatura – Tornata del 13 gennaio 1862

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Rattazzi 50 occorrenze
  • 1862
  • politica - sedute parlamentari del Regno d'Italia
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VIII Legislatura – Tornata del 13 gennaio 1862

Il notaio Boggio Pietro, da Mortigliengo, fa omaggio di un esemplare del discorso politico da lui pronunciato in Biella.

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Debbo avvertire la Camera che il deputato Gallenga ha presentato un progetto di legge che sarà immediatamente trasmesso agli uffizi onde ne

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Il professore di fisica nel reale liceo e nell'istituto tecnico Leardi, di Casale, fa omaggio di 4 esemplari di un nuovo piano d'insegnamento

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, domanda gli sia accordato un qualche compenso dei danni sofferti.

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7781. Cappocchiani Caterina in de Riso, da Catanzaro, provincia di Calabria Ultra II, muove accuse contro un impiegato del registro e bollo

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delle Marche come un bel giorno trovassero con un decreto reale piovuto dal cielo la loro carta geografica totalmente cambiata; di sei provincie fattene

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Ricci Matteo. … Dal che essendo necessariamente seguito un intreccio irrazionale di parti, e quindi un ostacolo permanente allo svolgimento più

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Imperocchè non v'ha dubbio che tal sorta di leggi, trasportate di peso, e senza molta considerazione, da una parte all'altra di un paese, possono

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unificatrice, il bisogno di un Governo razionale e libero sostituito a Governi più o meno irrazionali e dispotici.

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primissima cosa regalate da una forma di reggimento sospirata da secoli, di un decreto che impinge negl'interessi più gelosi dei cittadini, che scompone

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A questo articolo il deputato Tonello propone un emendamento, il quale consisterebbe nella soppressione delle parole: «che posseggono beni non

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Le provincie e i comuni non sono al certo degli esseri indipendenti, facienti vita speciale e quasi divisa dallo Stato, come un individuo od una

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Passo ad un altro appunto.

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La tassa di cui oggi stiamo discutendo non è che un surrogato alla tassa di registro; ora, come voi nei decorsi giorni avete votato nella legge di

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È così vero che l'attuale legge è un supplemento a quella sul registro, colla quale ha la massima analogia, che si sarebbe potuto, anzi dovuto farne

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. Chiamano i matematici parti aliquote di un tutto quelle che, riprodotte un certo numero di volte, producono il tutto compiuto; così 1, 2, 3, 4, 6 sono

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Questo canone non costituisce per nulla un reddito del comune, ma corrisponde per l'appunto alle spese annue che occorrono a mantenere sia le

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D'altronde mi pare che, facendo diversamente, ne verrebbe un inconveniente, poichè si aprirebbe un conto per tassare cotesti istituti, e bisognerebbe

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comuni e le Provincie che posseggono un patrimonio proprio. Io credo che questo è un errore, e per parte mia io conosco molti e molti comuni che

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Ma, se noi consideriamo che sovente cotesti istituti non sono che meri ministri di un pubblico bisogno, di un civile servigio, o di una carità

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Di Cavour, relatore. Sarebbe allora un nuovo emendamento.

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Lanza Giovanni. Dunque non è il caso qui di mettere il dubbio, se i canali i quali non danno un reddito debbano pagare; è unicamente da vedersi se

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Io credo che in tal modo, invece di un alto di giustizia, commettereste una vera ingiustizia distributiva.

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fondi per evitare la tassa. Ma, se anche questa fosse la tendenza della legge, io non potrei condannarla, poichè credo ottenersi sempre un benefizio

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Con questa legge adunque, oltre agli altri vantaggi finanziari, noi verremmo ad ottenerne anche un altro, che io direi sociale ed economico; che

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Per conseguenza il fisco ritrae lo stesso diritto che se fossero stati articoli diversi. Così, quando un ente morale od una manomorta si troveranno

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bisogno di una legge sulle bancarotte dei comuni. Ma una legge in proposito esiste in alcuni paesi. Nella Svizzera, per esempio, quando un comune fa

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discorso non fece altro se non stabilire un principio intorno al quale siamo tutti d'accordo, che, cioè, questa imposta, presa isolatamente, sarebbe

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L'onorevole Crispi ci ha fatto un quadro molto funesto dei danni che questa legge potrebbe recare in Sicilia. Io non conosco la Sicilia, ma credo che

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della famiglia. Ebbene costoro provvedono altrimenti a tale insufficienza. Così pure faranno i comuni e le provincie. Il dire che un patrimonio debba

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Quando voi sottraete un ente tassabile dalla massa generale, la parte sua va necessariamente a ricadere sugli altri.

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Già gli onorevoli Lanza e Cavour mi hanno preceduto nel confutarli; non mi resta quindi che spigolare in un campo mietuto.

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Lo Stato ha bisogno di un dato reddito, d'una data somma; egli deve dividere questa somma sopra tutti gli enti tassabili, uomini e cose.

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son molti, che non hanno debiti, perchè non hanno patrimonio di sorta; se voi volete esonerare dalla tassa un comune che ha un patrimonio, solo

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Quanto alla seconda obbiezione relativa ai debiti, anche qui l'onorevole Crispi non si è preoccupato dell'effetto che un ragionamento di questa sorta

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Direbbesi forse da alcuno degli onorevoli contraddittori che il comune è un ente morale come un altro, e che stando in giudizio compie tutte le

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comuni, oppure i comuni che possedono dei canali, e che da questi canali ritraggono un prodotto affittando, per adoperare le parole della legge

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Ma, si diceva: noi, aggravando d'una tassa i comuni che hanno dei beni, facciamo un vantaggio a coloro che ne mancano. In verità io scorgo il danno

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tristissime condizioni economiche, non lo è per loro colpa, i loro debiti essendo un brutto retaggio del dispotismo.

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Per una parte sarei propenso a far buon viso a questa proposta, in quanto che si risparmierebbe un vizioso movimento di fondi. Alla fin fine sono

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pagamento di quella tassa, avremo un inutile movimento di fondi, e saranno necessari impiegati, che altrimenti si potrebbero risparmiare.

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E mentre da un canto si va in loro soccorso, dall'altro si vorrebbe loro togliere quello che per soccorso loro è stato dato o si dà?

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Quindi lo Stato sotto quest'aspetto non è altro che un aggregato di comuni; quindi i comuni piuttosto si possono somigliare agli Stati, anzichè si

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Questo, lungi da essere un giro inutile di contabilità, dimostra anzi la giustizia della tassa. Perchè altrimenti lo Stato dovrebbe dimandare alla

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Signori, io non ho bisogno di molto insistere per dimostrare che col tassare le rendite dei beni del comune e della provincia si serve ad un precetto

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Quindi lo Stato farebbe davvero un inutile giro di contabilità, se imponesse le rendite sue, facendo in sostanza passare il danaro da una ad altra

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la Camera di osservare che è troppo facile il dire: poteva farsi in un altro modo. Chi rivede un lavoro fatto da un altro può facilmente proporre

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Di Cavour, relatore. L'onorevole Valerio aveva presentato un emendamento che era stato respinto; ora mi pare che lo riproduca sotto altra forma.

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presidente. Se la Camera lo crede, l'ora essendo un po'avanzata per poter proseguire la discussione, sarà rimandato alla Commissione quest'articolo.

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, perchè non si possa fondare un argomento di discretiva per le diversità di locazione nelle due leggi.

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