VIII Legislatura – Tornata del 13 gennaio 1862
certi decreti emanati in alcune regioni d'Italia, sotto il comodo usbergo dell'articolo 82 dello Statuto; i quali, rimescolando ora a caso, ora a ritroso
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consorzi, ognorchè questo possa avvenire senza scapito dell'unità e della potenza dello Stato.
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Non furono per altro i soli decreti emanati in virtù dell'articolo 82 dello Statuto che portarono gravissimi sconci economici in qualche parte
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Era egli infatti possibile qualunque ritardo nell'applicazione delle leggi complementari dello Statuto, e di quelle altre che sono strettamente
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sull'articolo 82 dello Statuto, che ci è proprio tirato colle tanaglie, a segno che io credo che quei medesimi che lo allegavano ridessero fra sè
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adesione da costituire una specie di diritto di proprietà assai luminoso, assai rispettabile, me ne convinco massimamente dalla natura dello sdegno che
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influssi dello spirito, del carattere, delle virtù del popolo subalpino. Nel che starebbe (vorrei pure poter trasfondere in tutti gli animi
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centesimo a beneficio dello Stato.
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comuni siciliani dei debiti loro, riversando questi a peso dello Stato. Cotesta questione essendo sorta, direi quasi come per parentesi, non venne
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-civile di cotesti istituti, ed essi contribuiscono ai bisogni dello Stato al pari delle persone reali e viventi.
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La legge colpisce il patrimonio e le rendite delle corporazioni, in quanto i loro patrimoni non contribuiscono ai pesi dello Stato col movimento
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occorre il soccorso dello Stato, a che tassare cotesti corpi, all'ufficio benefico dei quali non bastano le poche rendite? I comuni dovranno mettere
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Io so che in virtù degli articoli e dello Statuto tutti i regnicoli debbono indistintamente contribuire ai carichi dello Stato, come debbono
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come non credo poi che le provincie siciliane siano molto più oberate di quanto lo sieno tutte le altre dello Stato.
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potrebbe produrre sul resto degli enti tassabili, sulle persone che concorrono ai redditi dello Stato.
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patrimonio, ivi ci deve essere tributo e concorso alle spese dello Stato.
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giustizia esige che tutti concorrano ai pesi dello Stato. Se altre volte si diceva noblesse oblige, ora si dice, e veramente si deve dire: la proprietà
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Ed or domandosi miei oppositori: perchè questa tassa non la estendete ai beni che sono di proprietà dello Stato?
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compartimenti amministrativi della nazione, le ragioni valevoli pel demanio dello Stato?
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soggetti come i privati cittadini, come i monasteri e gli altri stabilimenti, alle norme determinate dagli enunciati articoli dello Statuto. Ma i comuni e
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Ma proprio quest'invocare l'articolo dello Statuto in questo senso mi pare che non abbia senso.
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D'Ondes-Reggio. Signori, i comuni e le provincie sono parte integrale dello Stato; i comuni anzi sono l'origine degli Stati: primamente comune e
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carichi dello Stato.»
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Conviene o no imporre, nei bisogni che attualmente ha lo Stato, i comuni e le provincie? In altri termini: conviene che gl'individui dello Stato
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i beni dello Stato. Ma l'onorevole Crispi pare a me che dimenticava una cosa essenzialissima, cioè che le tasse di cui si tratta qui devono andare a
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rendite provenienti dai beni dei comuni e delle provincie, e non egualmente quelle dello Stato.
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provinciali sono distinti dai fondi e dalle casse dello Stato.
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divenuto suddito dello Stato, in tanto esiste, in quanto la legge politica dello Stato lo fa esistere; e la sua esistenza, come persona giuridica, non
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dello Statuto; quand'anche l'articolo citato non investisse direttamente questa questione, il principio dell'eguaglianza di lutti in faccia alla
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un'associazione primordiale, un'associazione più privilegiata che non quella dello Stato, e voi la volete sottoporre a tassa. Ma, signori, io
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sosterrebbero. E sarete ben lungi, soggiungeva l'onorevole D'Ondes-Reggio, di obbedire all'articolo dello Statuto che è stato citato, perchè tale
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essi non riguardano soltanto che gl'individui dello Stato.
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acconsentire che gli articoli e 25 dello Statuto parlino dei comuni e delle provincie. Egli è per questo subbietto ch'io ho domandato di parlare per
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«Per lo contrario si dedurrà dall'annuo fitto reale anche l'annuo canone dovuto per l'irrigazione dello stabile o per l'esercizio dell'opificio
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Accademia della crusca
