VIII Legislatura – Tornata del 13 gennaio 1862
lo sapete, o signori, con queste leggi d'imposta presentateci dal Governo dei Re, di estendere a tutte le parti d'Italia dei forti balzelli, dei
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Ricci Matteo. … Dal che essendo necessariamente seguito un intreccio irrazionale di parti, e quindi un ostacolo permanente allo svolgimento più
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delle Marche come un bel giorno trovassero con un decreto reale piovuto dal cielo la loro carta geografica totalmente cambiata; di sei provincie fattene
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da un sentimento fondamentale e profondo di comuni interessi. Dal che inferiva gli strettissimi termini in cui può farsi abilità alla sovranità
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, mantenuta, cementata dal sentimento fondamentale di comuni interessi. Ed in vero questi interessi col volger del tempo o dei casi umani diverranno poi
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rendesse, chi sa per quanto, impossibile il libero trasferimento degli uffiziali amministrativi e giudiziari dal settentrione al mezzogiorno, dal
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al Codice civile, propriamente tale, e già applicato in varie provincie, senza riforme, tale quale fu pubblicato nel 1837 dal Re Carlo Alberto. Ma
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scoppia da tutti gli animi fino dal primissimo annunzio della possibile spogliazione; sdegno che ha generalmente tutti i caratteri più distinti del
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fretta importate dal Piemonte nel resto d'Italia, potrebbe forse finire (indugiando il rimedio) a rendere meno inclinati gli animi ad accogliere i benefici
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per causa di morte, pagheranno, a cominciare dal I° gennaio 1862, un'annua tassa corrispondente ad una parte aliquota dell'entrata che ritraggono o
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Ad ogni modo, ecco il mio emendamento, il quale spero che, come è già stato implicitamente approvato dal regio commissario, così lo sarà pure dalla
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Michelini. Malgrado le spiegazioni date dal regio commissario, non mi sembrano interamente privi di fondamento i dubbi messi in campo dall'onorevole
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nell'economia e nella ragione della legge medesima, ed è quello che vorrebbe esclusi dal pagamento di questa tassa i comuni e le provincie.
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esimerli dal pagamento di ogni imposta,
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Io chiamo mancanza di rendita lo avere delle rendite che non sopperiscano al fine, ed in questo senso io vorrei intendere dal commissario regio e
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, nonchè perdervi, vi guadagnerebbe anche dal lato finanziario.
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Quanto poi alle modificazioni proposte dal deputato Michelini, il quale trova senza alcun significato la parola aliquota, e la vorrebbe per
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Ci sono cittadini privati che hanno debiti; ci sono padri di famiglia, ai quali il reddito del loro patrimonio è lontanissimo dal bastare ai bisogni
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Parmi d'aver risposto completamente alle obbiezioni dei miei avversari, e di averlo fatto non dal pulpito, come diceva l'onorevole Broglio, ma dal
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, non ha bisogno di lunga meditazione per sceverare il bene dal male.
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dal tenore del progetto, vuoi del Ministero, vuoi della Commissione.
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dei corpi morali predetti. Nel patrimonio dei corpi morali non debbono certo per nessun modo entrare le imposte prelevate dal comune, e quindi questa
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Tuttavia non posso approvare la proposta Crispi, non già pel motivo addotto dal mio amico Broglio, cioè perchè questa proposta sia contraria ai
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Ora verrebbero i due emendamenti proposti dal deputato Valerio.
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Ora viene l'emendamento proposto dal deputato Rovera, che mi pare accettato dalla Commissione.
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Ora metto ai voti l'emendamento proposto dal deputato D'Ondes-Reggio, il quale vorrebbe che si dicesse: Tutti gli istituti, eccettuati quelli di
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Metto dunque ai voti l'aggiunta proposta dal deputato Rovera, ammessa dalla Commissione ed anche dal commissario regio, che consiste in queste parole
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presidente. Allora si direbbe: dal 1° aprile 1862.
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«Art. 2. La rendita imponibile degli immobili sarà determinata dal prezzo annuo del fitto reale quando sono locati, e nel caso opposto dal prezzo
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presidente. Non lo riproduce. Io riteneva che il deputato Valerio si fosse opposto a quest'aggiunta per fare ammettere il suo emendamento, e, dal
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«Art. 1. Le provincie, i comuni, i consorzi e tutti gl'istituti, corpi, enti morali o associazioni, pagheranno, a cominciare dal 1° gennaio 1862
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Non si farà luogo alla deduzione di questi pesi dal prezzo annuo del fitto reale, quando fossero stati accollati al conduttore.»
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Accademia della crusca
