VECCHIE STORIE
bianchi, verdi, rossi, cilestri venivano in frotta come delfini a prendere l'onda del vapore; s'intendevano strilli di gioia e campane a festa; il largo
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ghiaccio sottentrò alla festa, e cento occhi bianchi, cento occhi gelati si fissavano sul viso incartapecorito del signor Gaspare. Un buffo d'aria stortò
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pranzare insieme il giorno di Natale, per far più lieta la festa dell'umanità. La sora Brigida preparò un pranzetto d'uova, di berlingozzi, d'insalata
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volte la chiave: parve a un tratto che di dentro si raddoppiasse la festa: la Carolina ballava con Gerola, e l'ostessa menava a tondo Anselmo il
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loda, mi esalta e a me è sempre piaciuto il fumo dell'incenso sotto il naso. Il Natale era insomma la festa della mia vanità. Quest'anno mi sento