VECCHIE STORIE
Queste minori composizioni letterarie, che Emilio De Marchi scrisse in gioventù e pubblicò in volumi o periodici da tempo scomparsi, si raccolgono
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prolungano, si sprofondano nel verde a perdita d'occhio: le forre di altissime erbe filiformi dove non entrano che i bracchi: la terra gialla, rotta da
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diciassette anni. Qualche cosa è avvenuto dentro di me, da qualche tempo a questa parte, ch'io non mi so spiegare; non è pigrizia, non è indifferenza, ma
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dice a qualcuno che non si vede: Grazie, aspetterò. Dà un'occhiata intorno, si passa una mano nei capelli e con un breve sospiro d'affanno dice: Eccomi
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da morto, invitando il prete a far colazione nella sua bella casa di Macagno, dove aveva giurato di passare i suoi ultimi giorni in santa pace. Stava
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manubrio. Bastiano, lo sposo, stando in piedi, osservava queste meraviglie con un cannocchiale da teatro, che si era fatto prestare da qualcuno, e quando una
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di coscienza guardarsi dalle cose false e tener da conto lo stomaco: non meritano lode, se al'avvicinarsi delle feste comperavano una gallinetta viva
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sciocche vanità della vita, aveva sempre conservato per la giovane un certo qual profumo, come di fiori d'altare. Oggi, passati molti anni da quel giorno
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Anche la nostra divisione, già da venti giorni accampata ad Oleggio, ricevette l'ordine di raggiungere il grosso dell'esercito, che moveva dal campo
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Padova, e glieli facevo pervenire con delle iniziali molto trasparenti. Seppi più tardi che la siora Nina non sapeva leggere più in là del suo libro da
Accademia della crusca
