Una notte d'estate
dispiacere. Quel giovanotto, forse, era uno di quei discorritori che amano prondere il giro largo. Nè il senatore Bendinello aveva ragione di
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. La scena s'era fatta grossa e non poteva passare inosservata. - Che c'è? - gridò il magnifico Andrea Spinola, affrettandosi verso quei due. - Che
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l'altro, stringendosi nelle spalle. - Ma quei di laggiù? - Chi, di laggiù? - I manovali. Ho da dir loro che vadano? - Sì, donde sono venuti, magari
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eredi di quei grandi personaggi che han fabbricati quei grandi palazzi, se ne son fatti poi fuori, per andare in alto, sulle vie più soleggiate, in
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romulea città volle provare a chiuder gli occhi. Ma non gli valse; il sonno ricusava di accostarsi; e quei poveri occhi, mezz'ora dopo, erano più aperti
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tramandate di generazione in generazione. In quei lunghi ozî forzati, tra ragnatela e ragnatela, si ripassano volentieri le cose ascoltate una volta, e la
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nessuno dei due possessori di quei gomiti venga fantasia di rimediarci con un arco di ponte. Qualche volta, sì, viene uno starnuto, a cui può rispondere un
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