Una notte d'estate
. Là, sotto gli occhi di Arduina, che per veder meglio si era anche spenzolata un po' fuori dal davanzale, abbordò il senatore Bendinello, che in quel
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la finiranno, i vostri, quella fabbrica benedetta? - Caro, è finita: per chi chi ha occhi, gambe. e divozione, è finita da un pezzo. Per i buoni
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- Oh perbaccolina! - E accesi negli occhi, rossi come due peperoni, alzandosi sui tacchi, parevano due galli sul punto di avventarsi l'uno sull'altro
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La storia di Tribolino era finita. E qui Ascanio Denèa alzò gli occhi involontariamente a guardare il ritratto della marchesa Arduina. La bella
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ampiezza loro e dalla loro profondità lo splendore degli occhi; e su quel bianco rosato della carnagione di un fior diffuso di pesche sul ramo, non
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romulea città volle provare a chiuder gli occhi. Ma non gli valse; il sonno ricusava di accostarsi; e quei poveri occhi, mezz'ora dopo, erano più aperti
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?..... se pure è lecito saperlo? - Tribolino ammiccò, rise maliziosamente e rispose: - C'è lassù, nascosto ai tuoi occhi dallo sporto di quel cornicione, un
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volentieri come il fumo negli occhi. O amore inacetito! e inacetito senza essere stato mai vino! Ma il nostro signor Geronimo se ne trasse fuori, solo
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tanto le sue apparizioni, per arrossire, chinar gli occhi e finger di guardare in istrada. Ed egli si sentiva un grande rimescolo in cuore
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