Una notte d'estate
chi ho l'onore di parlare?... - Perdoni;- riprese Geronimo Balbi, un po' confuso, ma risoluto di andar fino in fondo; - è dei giovani il far
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ho detto l'animo mio; non ho nulla da aggiungere. - Ah, io mi ucciderò! - No, caro, no!... Queste cose si dicono, ma poi non si fanno. Del resto
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, abbassando un po' il tono. - Cosi è accaduto una volta anche a me. Li ho avuti ancor io, i vostri grilli pel capo. E il mio signor padre me ne guarì, dandomi
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, se mai. Del resto, ho cambiato già... d'opinione; e non occorre che cambi ancora di casa. Ti capacita? - Eh, quando a Lei piace così... - disse
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, diceva tra sè: eccoli, i miei roveti; qui ho lasciato un bioccolo di lana, qui a dirittura un pezzo di pelle. E rideva; un po' verde, alle volte, ma
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... - Benissimo. - E avete ragione, perché voi ci siete sempre stati, e ci avete preso il verso. Io, per vostra norma, non ce l'ho preso ancora; e mi ci secco
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che mai. - Ho i nervi in combustione; - diss'egli. - Ma infine, se non dormo, è segno evidente che non ho sonno. Chi non ha sonno non dorma. Di tutti
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sopraffare. - Amici noi? - esclamò. - Dacchè t'ho dato a balìa, non ho mai più avuto il piacere di vederti. - Senti! - ribattè l'omettino. - E son pure
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? - No, ci sarebbero da accennare alcune peripezie, che le darebbero vita. Vuoi starle a sentire? - Perebé no? - disse Ascanio Denèa. - Tanto, non ho
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