Una notte d'estate
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Eccovi una storia intima; storia non mia, ma d'un amico; storia tenue, stravagante ed arcana. Non credo di commettere nessuna indiscrezione, a
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fece un gesto di saluto ch'ella certamente vide, perchè si fece anche più rossa del solito; osò perfino scoccarle un certo che di più vivo ed intenso
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d'ingegno. - Sì, - proseguì Geronimo, buttando giù buffa, - ed è veramente una cara persona. L'ho accompagnato fino a palazzo. - Ah! mi congratulo
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sciocco che siete, ho acconsentito di parlare a quel vecchio matto di Bendinello, mio buon collega ed amico. Andate, e preparatevi ad una felicità che
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d'Ischia, senza dubbio. Ma che bellezza di varietà! - Sì, certo, ed una varietà che non si sarebbe trovata da nessun giardiniere, a pagarla tant'oro
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sorbire, e si era ritirata a fronte china; ma dopo essere rimasta ancora qualche minuto secondo, per non parere una sciocca, vergognosa o scontrosa. Ed
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, e vedrete se non ci metto le barbe. - L'aveva trovato, finalmente; ed era quello che gli faceva compir la dozzina degli sgomberi. - Ma qui mi fermo
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scattando; si volse a destra, a manca, ed indietro, tanto gli era parso spiccato il suono della frase dubitativa. Non c'era nessuno, e il signor Ascanio
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sgabuzzini del pianterreno, hanno aperto fondaco drappieri e pannainoli, merciai, bambagiai, lanaiuoli ed affini; tutta gente che magari vorrebbe avere a
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sommario ai capitoli? Ma sì, perbacco; è buona usanza, ed antica. L'occhio ci casca sopra, e trova subito il fatto suo; cosa tanto necessaria in
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signor Ascanio, ravvisando al lume delle due lampade un piccolo, anzi un minuscolo uomo, che alzando ed abbassando un minuscolo martello, tempestava di
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intanto il signor Ascanio; - non triboli me da un bel pezzo? Ed anche poc'anzi, colle tue martellate!... Che diamine serravi in quella cassa minuscola
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tanto le sue apparizioni, per arrossire, chinar gli occhi e finger di guardare in istrada. Ed egli si sentiva un grande rimescolo in cuore
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