Una notte d'estate
chi ho l'onore di parlare?... - Perdoni;- riprese Geronimo Balbi, un po' confuso, ma risoluto di andar fino in fondo; - è dei giovani il far
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Una notte d'estate
, sentite; io non voglio essere messo qui con le spalle al muro. E da chi, poi? da un ragazzo. Perchè voi siete un ragazzo, al mio paragone; e non dovete
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Una notte d'estate
l'altro, stringendosi nelle spalle. - Ma quei di laggiù? - Chi, di laggiù? - I manovali. Ho da dir loro che vadano? - Sì, donde sono venuti, magari
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Una notte d'estate
felicità di chi è venuto finalmente a capo d'una impresa grande e difficile. Dopo aver ben passeggiato, si adagiava nel suo seggiolone a bracciuoli
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ricordavo più di parlare ad una signora. Ma non posso tacervi che questa casa mi annoia. Andava per voi, forse; non va affatto per me: - Chi vi ha
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, gran luce. Ah, la luce! E quando, a proposito di luce, sarebbe giunto il mattino? Per chi non riesce a prender sonno, le ore del letto son lunghe
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incito di un nano. - Che novità è questa? - brontolò il signor Ascanio, tanto per cominciare. - E tu, per tutti i settemila, chi sei? -
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ho che trentuno. E tu, dunque, tirerai il calzino con me? - Chi lo sa? Posso temerlo. Mi hai già dato dal canto tuo tante noie, che sei capace di
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relazioni nuove e diverse, e si tira via, chi da un lato chi da un altro, Tizio non ricordandosi più di Caio, e Caio dimenticando che Tizio abbellisca
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