Una famiglia di topi
verdognolo, capì di che si trattava: Mimmì ne aveva fatta una delle sue. Si mise a ridere, e cogliendo anche quell'occasione per am- maestrare i suoi
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delle peripezie marittime del vecchio Marjant.... Si stava bene, sicuro! in quella casa ospitale, non ostante tutti i guai che v' erano capitati: i
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stanze, e la contessa sgridar forte la Letizia, perchè aveva preso il viziaccio di lasciar ogni tanto la porta delle scale mezzo aperta, e il conte
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rispondere: - Io sono Moschino dei conti Sernici, originario delle Indie. Mi trovo qui, a dirti la pura verità, perchè son fuggito di casa mia, volendo
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venute delle bollacce, che stentavano a risecchirsi; e Moschino, per mitigare lo spasimo, vi cacciava dentro le unghie, e faceva peggio. Rita corse
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Ma io ve la riferisco in lingua topesca: si chiama La guerra dei topi e delle rane; attenti che incomincio. Il topo istruito si ripulì la bocca, si
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pregarono di seguitare La guerra dei topi e delle rane. E il buon topo, come que' cantambanchi che raccontano l'avventure d'Orlando e di Rinaldo in mezzo
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scappare, e tornarsene a casa sua! In tanto le veniva in mente il racconto spaventevole che Moschino le aveva fatto - delle proprie peripezie nel mondo. Per
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tappezzeria, sotto il sedile delle poltrone e il piede dei torcieri, dietro la scansia della musica, dietro i paraventi giapponesi.... Nulla! Nella sala da
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momento!... Ragù e Caciotta non pensarono certo ai loro compagni di sventura, che ripigliavano la via delle fatiche e degli strapazzi; tanto dovettero
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sorgeva una tavola rotonda anch' essa, ben apparecchiata, ma con piatti minuscoli, da bambole, e delle coppe basse di cristallo rabescate d' oro. Là
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seta floscia; più odoroso della vallata delle Rose! Lascia ch' io ti baci gli occhi, che splendono più dei rubini! lascia ch' io ti ripeta che il mio
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' insegnare alle sue bestioline le regole della buona creanza. La Letizia portò in tavola delle uova affogate, in un bel vassoio d' argento; e subito la
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segnatamente per due stanze che a loro dovevano sembrar delle piazze immense: il salotto da lavoro della contessa e lo studio de' ragazzi, ch' erano
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portare nella sua paniera nativa; nè più nè meno delle formiche, che s' ingegnano tanto per accumulare le loro provviste. E non soltanto s' impadroniva
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' oro, le altre nelle vesti ricche di trine e di nastri. La storia di questi quarant'anni di vita marinaresca era una delle più interessanti del libro
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sciocco della compagnia. Non intendeva nulla, non si curava di nulla: zuccone come ce n' è pochi, stava delle ore e delle giornate intere sur una
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, per iscoprire se gli sarebbero capitate delle tirate d' orecchi o delle carezze. Quando il topino ebbe pensato un po', parve buttarsi al partito di
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parli in prosa, e quelle volte parli in versi. I versi sono delle parole come la prosa, ma combinate più armoniosamente. - Ho inteso, via! come la
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due topi trovaron la stanza al buio, e aspettarono un pezzo prima che il conte venisse a tavola. Nel salotto della contessa s' udiron de' passi, delle
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