Ultime tendenze nell'arte d'oggi. Dall'informale al neo-oggettuale
oggetto intessuto del suo corteo di reminiscenze, di associazioni, di sogni. Gli oggetti e gli esseri, sono infatti illustrati, non più come frammenti
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pop a quello del primo Dadà, per il fatto soprattutto che entrambi i movimenti si valevano di ‘‘recuperi’’ d’oggetti triviali e an-estetici. Ma l
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immettendo nelle loro opere oggetti e frammenti eterocliti ed eterogenei (bottigliette di coca-cola, bandiere, lattine di birra, fotografìe, animali
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di fronte al valore di taluni oggetti creati dall’industria e d’uso comune, di cui non aveva mai prima avvertito l’importanza estetica; e d’altro
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ricostruzione o il trasferimento Roy Lichtenstein, Ritratto della signora Cézanne, 1962 di peso di oggetti d’uso comune, entro l’ambito di una parete di
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materiali eterocliti, più prossimi a quegli "oggetti trovati” iniziati dal famoso manubrio di bicicletta di Picasso) e diverse altresì dalle ingegnose ma
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Edoardo Paolozzi, costruiti attraverso la concrezione di frammenti meccanici, oggetti trovati e materiali di scarto, gettati poi in cera persa e fusi
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sussunti dairindustria e dalla stessa architettura. Non fa specie pertanto che abbondino ormai gli “oggetti plastici" costruiti in serie, e
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; e forse analogo declino sta già insidiando tutta la folta vegetazione della scultura “pop”: dai manichini gessosi di Segai, agli oggetti “morbidi" di
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di tutt’altra estrazione come Beuys (nei suoi oggetti del periodo attorno al ’60) e di alcuni “poveristi" italiani (Anseimo, Zorio, Calzolari) sui
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valorizzazione degli spazi entro cui tali oggetti sono immessi, e che da tali oggetti sono provocati, rende ancora più singolare la sua operazione. Ne è stato
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’utilizzazione di oggetti in parte presi di peso dal loro abituale contesto e immessi in un nuovo ambiente, con quel tipico fattore decontestualizzante
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dissacrazione dell'oggetto artistico (attraverso la sua riconsacrazione negli svariati tipi di ready-made, di oggetti trovati) è una prima
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In che consistevano, in definitiva questi indirizzi? In un nuovo interesse “metaforico” rivolto alla natura, agli oggetti, alle azioni, alle
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, sugli oggetti poveri, sulle situazioni); mentre in Italia — specie a Torino — si formava attorno al '66 quel nutrito gruppo che prese il nome (su
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oggetti definibili e assaporabili esteticamente come tali.
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Gli oggetti presentati da Kosuth attorno al 1965 (le tre sedie, la sega, gli orologi) accompagnati dalle fotografie degli stessi, dalle loro
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, in cui si è venuta a trovare la creazione artistica in questo preciso periodo. L’inflazione degli oggetti (tanto di quelli prodotti dall’industria per
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Sconfitta la falsa atmosfera "bohème” degli studi gelati, con le modelle intirizzite; o degli attici surriscaldati con gli oggetti trovati kitsch
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oggetti dei particolari surreali e fantastici che valgono immediatamente a riscattarli.
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degli oggetti feticizzati alla stessa stregua degli "antichi" oggetti surrealisti o dadà. Tra i più noti autori di questi libretti (spesso consistenti
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Carrega; gli oggetti metaforici (spesso risultanti da una oggettualizzazione di metafore visivo-verbali) di Mirella Bentivoglio, alcuni volumetti
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movimenti affini) e che ha visto, soprattutto nell’ultimo decennio, moltiplicarsi le ricerche rivolte alle "installazioni” a base di oggetti d’uso, di
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numerose forme di installazioni basate sul recupero o l'invenzione o l’esibizione di oggetti spesso di tipo industriale, di meccanismi, di apparecchiature
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Naturalmente sarebbe oltremodo ingenuo ritenere che questa volontà di rifarsi agli oggetti della quotidianità sia da ricondurre solo a una sorta di
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Tipico in questo senso l’artista israeliano Haim Steinbach che spesso insiste con puntigliosità nell’esibizione di oggetti singoli ripetuti quasi con
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(lamiere di ferro, cocci di vetro, fili d’acciaio [David Smith, Colla]), valendosi di oggetti trovati, di curiosi detriti, e giungendo spesso a delle
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messo delle figure — oggetti, persone, luoghi, è indifferente cosi — esse sono riconoscibili ma non hanno movimento, non hanno "vita" (o meglio, per usare
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affinità interne determinabili e relazioni tra questi termini e gli oggetti, come pure tra i termini e quelli che li producono, li ricevono o li capiscono
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Come non considerare ovvio che l’artista tragga motivo di spunti formali dagli oggetti prodotti dall’industria, dalle macchine? Quando vediamo
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Dove è allora il giusto indirizzo: nelle superfici polite e sterilizzate dei curtain walls dell’architettura moderna e degli oggetti prodotti
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, come ho già detto, quello che mi importa è il colloquio — e quindi in primo piano l’attività all’Accademia — gli oggetti non contano molto.
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R. Non mi interessa. Nel mio lavoro gli oggetti, i disegni sono elementi di secondo piano. Il tempo in cui viviamo non è adatto all’uomo e il fine
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N.B. Gli oggetti presenti in questa pratica artistica non sono delle nature morte, ma sono gli accessori di un'azione o gli attributi di una o più
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spettatore, anche con violenza, ad altrettanti oggetti. Come ciò sia possibile, non tocca al poeta dirlo: egli gira la domanda, per una verifica, alla
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mescolanza di corpi umani, oggetti, materiali. Tutto è pianificato. Tutto può essere impiegato come materiale e come sostanza. Il colore non come
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alle sospensioni. In realtà, i primissimi oggetti che ho creato quando andavo a scuola sono stati un casco sporgente che alterava la percezione e un
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anticipatori. Detto anche (dalla mostra al Jewish Museum del 1966) Primary Structure; per quanto non si tratti solo di oggetti tridimensionali ma
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nell’invenzione del segno ma nella "validità" dello stesso, e tale validità esula da ogni possibile riferimento a oggetti reali, a moduli arcaici, a
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eterocliti, anzi addirittura degli oggetti già usati e dei rifiuti, doveva diventare sempre più d’uso comune, fino a raggiungere, con l’arte povera, l
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categorie: quella degli Bruno Munari, Negativo-positivo, 1951 "oggetti in movimento" semoventi o eteromoventi, come i mobiles di Calder, le sculture
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manuale, all’elemento artigianale. In questo senso queste opere s’accostano da presso agli oggetti prodotti dal disegno industriale: ne hanno le stesse
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(collezione di oggetti trovati, creati o dipinti da "primitivi," da bambini, da pazzi, della più diversa natura e tutti presentanti le
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