Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Ultime tendenze nell'arte d'oggi. Dall'informale al neo-oggettuale

267991
Dorfles, Gillo 50 occorrenze
  • 1999
  • Feltrinelli
  • Milano
  • critica d'arte
  • UNIFI
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Ultime tendenze nell'arte d'oggi. Dall'informale al neo-oggettuale

Altri artisti che hanno puntato sin dall’inizio della loro attività sull’elemento figurale, ma sempre sganciato da ogni naturalismo accademico, da

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Se, nel periodo precedente il 1960, l'informale costituì la corrente dominante da una parte e dall’altra dell'Atlantico, a partire dalla fine degli

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di fronte al valore di taluni oggetti creati dall’industria e d’uso comune, di cui non aveva mai prima avvertito l’importanza estetica; e d’altro

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e pittorica; e dall’altro inglese Richard Hamilton — uno dei più intelligenti utilizzatori del riporto fotografico — che ha immesso la sua vena

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costituiti da elementi semoventi posti in labile equilibrio e dall’aspetto quasi zoomorfo); cosi per le figure antropomorfe di Armitage o per i robot di

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offerti da David Smith, da Stankiewicz, da Hoflehner; e soprattutto dall’italiano Colla. Ettore Colla, insufficientemente apprezzato mentre era ancora

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La logica confluenza, da un lato del concretismo e dello strutturalismo, dall’altro del rifiuto dell’edonismo pop, si può rinvenire in quella

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ricerca dei meccanismi messi in moto dall’impatto percettivo che alla realizzazione fattuale degli stessi.

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, dall’oggetto, libera dalla sottomissione al “bel materiale," dalla piacevolezza della manipolazione artigianale o industriale, e rivolta

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operazioni inesistenti o la cui esistenza rimane sine materia ed è esclusivamente legata al fatto di essere stata "attivata” dall’artista e come tale

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una tinta surrealisteggiante e "letteraria" molto lontana dall’atmosfera, più distillata e asessuata, del concettualismo freddo.

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, in cui si è venuta a trovare la creazione artistica in questo preciso periodo. L’inflazione degli oggetti (tanto di quelli prodotti dall’industria per

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anni Sessanta (De Maria, Kosuth, Beuys, LeWitt, ecc.) le cui operazioni prescindono spesso dall’uso di forme e colori miranti a ottenere piacevoli

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dall’altro (con le relative sottospecie delle strutture primarie), l’artista avvertiva il bisogno di far ritorno ad un oggetto naturale o quanto meno

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manipolazioni di strumenti con l’assenza d’ogni sonorità — venne finalmente preso nella dovuta considerazione dall’ambiente artistico per le qualità

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Nei capitoli dall’undicesimo al quindicesimo (ora sedicesimo) di questo volume — aggiunti alla prima edizione, nella ristampa del 1973 — accennavo

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Ebbene, da quanto ho detto sin qui, penso che emerga chiaramente come l’arte concettuale, da un lato, e il Kitsch, dall’altro, stiano oggi a

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visuale, dall’astrazione e dal rifiuto d’ogni “contenutismo", un ritorno alla funzione gnoseologica dell’arte visuale. Funzione che, dalle avanguardie

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’ultimo ventennio), il concettualismo e altre forme creative recenti (dagli happening ai film underground, dall’arte povera a certe forme intermedia

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Se il cubo-futurismo da un lato e l’espressionismo kandinskiano dall’altro, avevano preparato il campo a quella esplosione astratta che si era poi

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(che spesso utilizza meccanismi dismessi), il boemo Jiři Dokoupil, Franz West, Annette Lemieux, tutti fortemente attratti dall’oggetto di consumo e in

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dal proprio corpo", come asserisce, appunto, Stelarc quando si vale di attrezzature complesse che permettono di manovrare i suoi arti dall’esterno: di

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, sottomarini, aerei, autobus, dall’aspetto fantomatico).

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cubismo, dall’espressionismo al surrealismo, e aveva visto instaurarsi il fenomeno dell’arte astrattoconcreta, non possiamo tuttavia negare che l’atmosfera

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modo di essere, libero dagli schemi del razionalismo occidentale e già pervaso da sussulti orientaleggianti e zenisti; 3) una terza, derivata dall

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programmata, dall’arte computerizzata, dal cinetismo, ecc., si è di nuovo fatto vivo, e ha improntato di sé buona parte delle ultimissime tendenze

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situazione del tutto particolare, dovuta, da un lato, all’avvento della macchina ed alla situazione consumistica che da questa discende; dall’altro, alla

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, delle violente tracce di cose esistenti delle quali non dovevo render conto e che, fin dall’infanzia, sapevo inconsciamente di dover rincontrare un

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calore. La differenza sostanziale consiste nel fatto che questa irradiazione proviene dall’organizzazione propria del quadro e quindi non deriva da una

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, la cui validità non dipende soltanto dai numerosi scambi di applicazione ma dall’osservanza indotta nel campo delle connessioni (forme proposizionali

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Si dovrebbe considerare la mia attività artistica come un’attività distinta dall’elaborazione di "opere” individuali importanti. Le mie attività

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Mentre, d’altro canto, sempre di più la coscienza dei danni prodotti dalla tecnologia, dall’inquinamento, dagli impianti nucleari, ecc. determina un

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Come non considerare ovvio che l’artista tragga motivo di spunti formali dagli oggetti prodotti dall’industria, dalle macchine? Quando vediamo

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R. Certamente. Penso di fare molto contro il sistema e lo stato se n'è accorto quando ha cercato di buttarmi fuori dall’Accademia di Düsseldorf. Io

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funzione è Gesti sul piano. Partendo dall’ipotesi che la tastiera del pianoforte è una lunga striscia bianca, che l’uomo non conosce l’esistenza dei

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tendono a evitare ogni polisemia, presentando un solo significato rigorosamente definito dall’univocità dei termini impiegati.

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, di aumento e intensificazione di esso. In entrambe le azioni lo status quo biologico non viene mai accettato. Fin dall’inizio, c’era la questione di

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partire dall’immediato dopoguerra, in diversi paesi e centri artistici, a Parigi come a Tokio, a New York come a Roma, si è venuto evidenziando un

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classica: vedi gli angeli, che sono esseri umani con le ali. Le mie immagini non vengono dall’inconscio ma solo dall’informazione visiva, e sono più

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solito realizzata direttamente dall’artista, poi riprodotta in serie, ma senza interventi estranei.

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Mentre Tapies — interessato sin dall’inizio ai misteri della “materia" — e Bryen, ancorato alla tonalità e agli impasti preziosi del

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filiformi e concitate, — veri alfabeti asemantici — che furono in parte suscitati dall’uso sperimentale, da parte del poeta, della mescalina.

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È evidente che la ricchezza data dalla semplicità, l’attesa suscitata dall’incompiutezza dell’asimmetria, il fascino dell’assenza sono assai lontani

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di un’arte del segno, del gesto, della materia, mantenendole divise dall’informale vero e proprio, appunto perché quelle forme artistiche, dal più al

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l’importanza della tecnica non fu mai svalutata dall’artista di qualsivoglia epoca, anzi fu proprio l’artista a dare sempre ai misteri della tecnica

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da tappezzeria (Baj), a bandoni corrosi dall’uso (Chamberlain, César), a lenzuoli sovrapposti e cuciti (Scarpina, Nuvolo), a brandelli di tessuti

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,” le "velature," le "ombreggiature," sono sostituiti da altri non meno sensibili e spesso preziosissimi, incastri di materiali diversi; dall’accostamento

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interesse, ha inizio con la stesura, nel 1946, di quel Manifesto Bianco (redatto dall’artista e da alcuni suoi allievi in Argentina, dove Fontana era

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plastico-luminoso costituito dalle ombre dei rilievi e delle estroflessioni o degli incavi ottenuti dall’interruzione della superficie che — nella serie

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grottesco— indicavano una precisa volontà di uscire dall’“estetico,” e raggiungere una nuova dimensione noetica.

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