UNA SERENATA AI MORTI
Una sera l'adunanza dell'osteria era al gran completo. Il salone dietro la cucina, formato da due stanze riunite, in cui alla abbattuta parete
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fra gli effetti della realtà e quelli dell'arte figurativa. Una volta un fotografo ambulante fece la celia di prendere alla chetichella il ritratto del
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importanza il notare come l'ingegno parigino, così bizzarro e così svolazzante, si assottigli in una semplicità dimostrativa, in una soavità, e in una
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Mabille - diceva il sindaco - è una istituzione consacrata dal carreggio dei romanzi, delle guide e della tradizione. Ciascun viaggiatore venuto a
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Al Prof. avv. Nino Pettinati [La Dedica di Faldella a Nino Pettinati precedeva Una serenata ai morti nell'edizione del 1884.] Caro Nino, Mi tarda
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prospicienti all'orto putono come una malora alla caduta delle pulverolente cimici selvatiche. Ridiventa buono l'interno dell'osteria. Le partite a tarocchi
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ganimede con un occhio intenerito, come Saulle dopo una doccia di arpa davidica. Stette un po' sovra pensieri di gelosia e di dispetto, come se con la
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bagno, e miselo nel letto e vennelo riscaldando. Pecorone 27. Appozzarsi, immergersi come in una pozza. Es. Come la neve piglia l'umido, sguiscia e giù
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di Carlo Rolfi [Questo saggio di Rolfi costituiva la Prefazione all'edizione Perino, Roma 1884, di Una serenata ai morti.] Nel 1873, i pacifici
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contorta. - Ecco Parigi del Sacro Cuore! - preconizzò Geromino. Fatto l'asciolvere (un pezzettino di carne con una abbondante guernitura di piselli, patate
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contento da Gesù bambino. La signora Angelica Giacomina Geromino era una giovine signora, che aveva più bontà che ingegno. Però la sua bontà era