UNA SERENATA AI MORTI
Un gradevole lavorio da celle d'alveare ferveva nelle teste dei nostri viaggiatori. Essi tiravano di indovinare Parigi da ciò che vedevano per
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fra gli effetti della realtà e quelli dell'arte figurativa. Una volta un fotografo ambulante fece la celia di prendere alla chetichella il ritratto del
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e a bazzica, cui l'estate avea disperse o confinate in un angolo del pergolato per poche ore del vespro, si riuniscono di nuovo gagliardamente dietro
UNA SERENATA AI MORTI
Salito sopra un trono a pagamento nel recinto dell'Esposizione, sopra uno di quei troni, a cui ascendono normalmente gli scritturali più timidi e le
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di Carlo Rolfi [Questo saggio di Rolfi costituiva la Prefazione all'edizione Perino, Roma 1884, di Una serenata ai morti.] Nel 1873, i pacifici
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divisoria si era sostituito un arco sorretto da un pilastro, era rigurgitante di gente, pareva una fitta piantonaia di uomini clamorosi, come un'assemblea
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quantunque una generazione di viaggiatori vada ripetendo sotto voce, dopo l'esperimento fattone, che a Mabille ci si annoia potentemente, e che Mabille è
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La signora Goldi, oltre a quel suo famoso cappellino, aveva per nota particolare quindici anni di più di suo marito e quindici centimetri di altezza
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spagnuola, fíggendogli nel nastro un cucchiaino di legno. - Ecco la studiantina, cioè la cucchiaina di Siviglia o Salamanca. Ambrogione guardò il suo
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Al Prof. avv. Nino Pettinati [La Dedica di Faldella a Nino Pettinati precedeva Una serenata ai morti nell'edizione del 1884.] Caro Nino, Mi tarda
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Dallo "Zibaldone" di Giovanni Faldella Aggavignare, pigliare stretto per le gavigne, sotto le ascelle. Es. Così lo prese aggavignato e trasselo dal