UGO. SCENE DEL SECOLO X - PARTE PRIMA
lagrimava nell'angoscia: - Ho venti anni! E in venti anni tre volte ho sorriso: quando la prima volta su un'altissima cima vidi all'orizzonte sorgere il
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, quanti anni hai? - Voi sapete: venti. - No, io non so, perchè i tuoi li misurai dall'angoscia, e questa degli anni fa secoli! Dici venti, e sarà bene: da
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padre della natura!... A venti passi vedevasi sorgere su uno sfondo di vapori perlacei l'assito posteriore di una casetta dalle gronde ospitali, dalla
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olente: danzavano seminude, procaci e velenose, o si raccosciavano sui sacri paramenti, afflosciate dalla voluttà, venti schiave diverse, dalla nerissima
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dama, regina di venti damigelle e cento paggetti, sporgendo il labbro inferiore, facendo un inchino alla culla di legno e porgendo al cavaliero
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Ildebrandino e una vendetta contro Ugo, domandò tra sè stesso: - Venti anni fa, quando Adalberto mosse qui, come combattè lo zio?... Che gloria!... E
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malefizi volete, ma quando tirano cert'arie ai quattro venti.... Gridò il signore: - Dì su, Guidello. E l'araldo: - Vi dico: vidi l'Aimone d'Oldrado
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idea della divinità. - Imilda aveva scelto il luogo per la casetta, con grande importanza ciarlando della maggiore o minore probabilità dei venti