UGO. SCENE DEL SECOLO X - PARTE PRIMA
emblemi della perfetta cavallerìa degli avi, da Brunone suo a Sannuto, l'antichissimo fondatore dalla stirpe dei lupi d'Auriate. I vassalli
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. - Vendicati! Sì, e poteva sorridere o sogghignare per la quarta volta: Adalberto stava sempre chiuso nel suo castello d'Auriate, forte d'uomini, e scaltrito
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sperone d'oro. Io non so quando nascesse, nè come crescesse. Me lo presento al suo castello, appoggiato ad una colonna nella stalla dei cavalli, rivolto
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del suo castello, con trombe militari, ai gentiluomini dell'inclita signoria pubblicò un bando con cui poneva prezzo d'oro sulla testa di Ugo
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Guidaccio.... - A cui Dio conceda la verace gloria! - -Mi diceva così, nè più, nè manco. E il suo fiato da battezzato, eh! Ingo, fu come l'uragano nella
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fumoso delle meteore. Cade: ghignano le cortecce degli abeti colle boccacce rugose. Si lamenta collo strido della lupa trafitta: l'alito suo, uscendo dalle
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il capo nella direzione del suo castello. Una nube nerissima, a vortici rigurgitanti, dal sotto in su insanguinata da riflessi guizzanti, si levò dal
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per trascinare giù dalla groppa del suo cavallo quel secondo cavalcatore, un uomo a sarcotta discinta, a capo scoperto, il quale colle braccia
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parola. La capanna aveva al suo lato posteriore l'orticello e una stalletta con un finestrino a terra. Ugo e Imilda, uscendo per la porta dinnanzi, senza
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. Qui giurò nel nome di Maometto di piantare il suo seggio fatale. Il luogo di Frassineto serba incerte e guerresche tradizioni intorno a queste orde
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pane, dei cibi, delle vesti, e con gran cura involò da un pancone un suo cofanetto prezioso. Ritornò da Ugo, lo fece rifocillare, lo animò tutto, gli
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Ildebrandino nulla fu detto. E quel giorno il cavaliero volle combattere, combattè fino a sera, cessò, e, meditando una certa impresa per la notte, tornò al suo
Accademia della crusca
