UGO. SCENE DEL SECOLO X - PARTE PRIMA
poco dopo, alla svolta della strada, di lontano, comparire un gruppo di cavalieri, coi pennoncelli spiegati. Ugo si drizzò sulle staffe e disse a Aroldo
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senza certezza cavaliere e boscaiuolo, un altro Ugo, non nelle grandi pagine del Muratori, ma sulle cartapecore sibilline del romito di Malandaggio
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avversario. Conosci la tua lancia? - O messer sì. L'asta è fatta col legno folto sulle nostre rupi, e il ferro si chiama da passafuora quella è tre
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? Sulle cime che dominano le valli di Fenestrelle, in cui si sbalza il torrente Chiusone, il rovaio, spezzandosi nelle forre dagli acuti ciglioni
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là? Non sapeva. Sapeva che intorno c'era una pace, un silenzio, una tranquillità! Che Dio sia benedetto, sulle alte cime, lontano dagli uomini, Dio
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gagliardo, si vide: il guanto cadde sfidatore sulle gambe di Adalberto: questi si drizzò come una biscia, l'araldo suonò dalla porta nel cortile. Allora i
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piattaforma del battifredo colle mura nemiche. - Calate il ponte! - gridavano ancora Gisalberto e Aginaldo, correndo sulle strette scale. - Maestro Sega
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credevo che foste per ritornare dalla guerra sì tosto.... Ero lontano assai, sulle ginocchia della madre mia... là giù.... Ah siete? Il sonno coglie, e si
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, escì con lui a cavallo per vedere dove fossero appiattati i nemici; si rappattumarono un poco, ma sulle loro labbra c'era sempre un'ironia velenosa
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anni, eh! Non passò l'acqua del torrente? Non le nevi sulle cime? Passarono le gioie e i dolori.... E poi?... Noi poveri morti preghiamo Dio che ci