UGO. SCENE DEL SECOLO X - PARTE PRIMA
di un viaggio verso l'ignoto. Quale veglia! - Ma è proprio vero che fuggiamo? Che mio padre è morto? Quante cose con noi si dovrebbero portare! Quali
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portavi a mio padre la lancia pel combattimento ti facevi forse di dietro? Metti conto che il viaggio può essere lungo. Ma noi ci incamminiamo. Messere
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tutti gli uomini del castello. Avete pensato? Noi abbiamo pensato. - Bonello! m'ammazzi un ribaldo anche pagato da te, ma tu no, no! E Bonello, come
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, - disse: - quello che lesse il nostro araldo è quanto noi pensammo e pensiamo. La festa fu celebrata nella chiesa a maggior lode di Dio, il quale ci diede
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stringicore ineffabile, quasi a scongiurare un pericolo: - Non sono la tua sposa? E perché l'angiolo nostro preghi per noi, forse vuoi dire che le
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noi consentiva a cedere, e il giuoco cortese s'avviava ad essere duello a tutto transito, con grandissima festa degli spettatori. A un tratto l'araldo
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allato se deve camparla, tra noi si è spartito un bel mucchietto. - E di quelli d'argento. - Così si dà e si riceve a gloria di messere Domineddio; e
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Berengario tentasse di calare con gente armata in Italia. Non è a noi facile l'indicare il sito, dove a costoro fu assegnata l'abitazione. Solamente
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non darà luogo a soverchie precauzioni. Si penserà, state sicuro, al pericolo avvenire; quello della fame. Quando noi lance avremo il segno di sbucare
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? Come? Quanto fu valente per noi! Sì! - affermò Ildebrandino. - Per la impresa? - rise Oberto, invelenito: guardando lo zio con degnazione, quasi gli
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l'hai uccìso? E tu mi tradisci?... Oberto! Oberto! Noi due soli? E i nemici quanti saranno? Ah! quelli cui diemmo il passo! E Federigo perchè lasciò
Accademia della crusca
