UGO. SCENE DEL SECOLO X - PARTE PRIMA
, quale silenzio, quale tranquillità! - Dove sono? - si domandò Ugo, ma non potè rispondersi. Egli non conosceva quel luogo: guardò ancora attorno, e
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, Ildebrandino rispose: - È mia figlia! - e veramente provò addoppiato l'amore per lei, già lontana, ma sicura. Oberta domandò a tutti per sapere qualcosa
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al suo cavallo, per inseguire un nemico. Ugo moveva ad un armeggiamento ad armi cortesi, per il che il padre lo domandò con scienza sperimentata
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voleva dare l'avviso dell'agguato: eh! Ugo non lo lasciò finire è domandò: - Dov'è vostro zio? - Dunque, Guidello lo afferro alla gola... - Andate da
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Ildebrandino e una vendetta contro Ugo, domandò tra sè stesso: - Venti anni fa, quando Adalberto mosse qui, come combattè lo zio?... Che gloria!... E
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ventura è tua. - Cristiano, quante castella vale? - domandò Alzor che intendeva sotto quelle poche parole nascondersi un gran mistero di fatti. - Tre
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cammino loro incontro il trombetto di Ugo. - Che avete? - domandò Ildebrandino. - Lasciatemi, chè ho grandissima furia! - Che avete? - Devo parlare a
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! - Ugo con moto improvviso sorse, e si cinse la spada, poi ne morse gli elsi con potentissimo affetto. - Chi siete? - una e due volte domandò Imilda
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: entrarono, salirono una scala, e, trovato in capo a un corritoio un paggetto, il quale sonnecchiava su un archipanco, Guidello domandò: - Filippuccio, ne
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pupille del tormentato a guardare la santissima casetta dell'amore.... - Che mi resta? - domandò Ugo con disperazione atroce. Ugo credeva d'avere in vita