UGO. SCENE DEL SECOLO X - PARTE PRIMA
là? Non sapeva. Sapeva che intorno c'era una pace, un silenzio, una tranquillità! Che Dio sia benedetto, sulle alte cime, lontano dagli uomini, Dio
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buon romito di Malandaggio che veglia tutte le notti e tutte, perchè sono l'ultime di sua vita, ed a ogni parola di lui ecco un castigo inflitto da Dio
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a me? Io ti allentai le mie braccia? Non so quello che accadde! Ma tu non sei morta? Supplico Dio, no, no! Quale incertezza! - Ed Ugo, così torturato
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di soldati aveva rotti i Goti e i confratelli Arabi di Spagna. Dalla Spagna era piombato in Provenza, di Provenza, per sommo castigo di Dio, in Italia
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inutile. Se si potesse avere una culla! Dove andremo, o Dio? Che abbiamo fatto?... Quale figlia fui rispetto a mio padre?... Uno spavento grandissimo
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in Dio! Oldrado fu sepolto. Ugo si fece cupo, angosciosissimo, apparve come la fiera che tende l'insidia: temette le squille pei poveri trapassati, e
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Dio! fate la breccia! - tuonava Ugo, tentando di rizzarsi dal terreno sul quale lo inchiodavano le doglie. Cominciarono poco più di dodici uomini
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al monistero, ove dichiarava all'abbadessa: - Dio Sapiente ben provvide: piuttostochè essere donna di marito fiacco e madre di figli che un dì possano
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, - disse: - quello che lesse il nostro araldo è quanto noi pensammo e pensiamo. La festa fu celebrata nella chiesa a maggior lode di Dio, il quale ci diede
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, e scorse tra il nero degli abeti una striscia più chiara che montava, montava, si perdeva: era una stradetta. Dio sa per dove! Ugo nulla conosceva
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vostro zio e ditegli che, facendo come fate voi, non si guadagnano più gli speroni d'oro. Croce di Dio! chi diede ordini così? A chi si obbedisce? Oberto
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Guidaccio.... - A cui Dio conceda la verace gloria! - -Mi diceva così, nè più, nè manco. E il suo fiato da battezzato, eh! Ingo, fu come l'uragano nella
Accademia della crusca
