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, per via del mio cuore ballerino. - Sicuro. - La ragazza si ritrasse prontamente e fece l'atto di andarsene. - Amanda, senti... - Sì, professore? - Se
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testa. - C'è... il mio cane? - Sì, però... - Però che? È ferito? È malato? - No, no. Ma c'è qualcun altro con - Qualcun altro? Ma chi? - Andiamo, su
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stare qui? - Sicuro. Io sono il direttore, sai? Tocca a me decidere, qui dentro. E poi, guarda, il mio consulente di fiducia ha già scelto per me
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, ho fatto degli sbagli. E chi non ne fa? Ma il mio debito con la giustizia l'ho pagato. Con dieci anni di prigione. Quelle parole franche li
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estremamente grave. Come vi avevo riferito ieri sera per telefono... - Mi scusi, signor direttore - tossicchiò il tenente. - Ma qui c'è un equivoco. Il mio
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guarda, alza le spalle e pensa: «Non è affar mio. Che m'impiccio a fare?». Questi, o simili a questi, erano i pensieri della Pinuccia, mentre saliva
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Il professor Zambelli lesse due volte i fogli e si fece pallido in viso. - E del mio Argo, che ne sarà? - balbettò. - Come dice, scusi? - si sorprese
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con le quali è meglio non scherzare. Lo diceva sempre il mio collega, quando in ospedale ci proponevano di fare le gare di velocità con le
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,» riconobbe il professor Zambelli, buttando giù i piedi dal letto «non è stato un sogno. Sono davvero in un ospizio per vecchi e questo è il mio primo
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paura. Conigli, ecco quello che siete! Io invece le fumo il mio sigaro sul muso, capito? Io, Ernesto Fontana, me ne frego di quella lì! Me ne frego
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... Ma sì, sicuro, ora ricordo. Continuava ad abbaiare, poveretto. Sembrava disperato. - È il mio Argo! - esclamò il professore, senza sapere se
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, proprio non va. È arrivato il mio momento, dottore. Me lo sento! - Ma no, ma no... Cosa dice mai, donna Giuseppa! Comunque, se questo può servire a
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la accompagnava: «Al mondo non c'è un babbo migliore del mio». Alzò lo sguardo verso l'altare, consolato, e quasi riappacificato con il presente
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regolamento. - L'uomo chinò il capo, avvilito, e accarezzò il suo sacchetto di monetine. - Il mio allenatore lo ripeteva sempre: «Non ha senso battersi
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qualche trucco del mestiere? - Come diceva sempre l'avvocato Ghiberti, principe del Foro e mio illustre collega, - sentenziò l'Attilio - «della giustizia
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sguardo deluso al suo padrone, come per dirgli: «Perché non mi lasci fare a modo mio?». Poi si accucciò per terra, scornato e triste, spazzando
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, Ernesto Fontana. È il mio lavoro: sono un avvocato! - Ah! - intervenne il maresciallo. - E non ci avevi mai detto niente... - E cosa ve ne facevate prima
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