Trasparenze
(Versi scritti in giardino) ALLA SIGNORA CONTESSA ERMELLINA DANDOLO Mi parve una farfalla, ed era un bruco. Movea sul tavolo coll'incesso di un bimbo
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E or già comincia ad esser bianco il crine, e più spessa sul core cade la neve... - Svaniron le larve, il sogno sparve. Quante stoltezze in questa
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guardava il pendolo; e dicea le orazioni. Vuoi che sul focolare ti ravvivi i tizzoni ?... Il tuo libro ti aspetta... * * E tu, fratello mio, non hai tu
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paggio tutto pallido e biondo e triste e altero. Però sul tuo passaggio castellane, baroni e giovinetti sorridendo dirian: " Dolce straniero cui fan
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basterna d'ogni onor vestita l'amatista pudica, dei folli sogni e dell'oblio nemica. Non olezzò di ambrosia delle Pimplee la chioma, sul fonte di Ippocrene
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' che non si ammali la mia pallida musa, illusione ultima e santa dei miei dì fatali!... Il mio pan quotidiano è la canzone. Manda sul mio cammino il
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, esterrefatto, induro. Eppur se il sole che verrà domani dalle bianche cortine sul letticciuolo, troverà un sorriso men scolorito sotto il biondo crine, e
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groppa! o pallida bimba, avrai perle e fiori sull'abito nuzial; avrai collana e strascico, avrai profumi e allori sul morbido guancial! - Egli morrà
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. Addio, pace de' campi pensosi, solitarie abitudini, addio; l'operaio sul verde pendìo già distende il ferrato cammin. Passerà nell'antico convento