Trasparenze
Nella mia stanza squallida, nell'asil mio negletto, oh! quante volte ho detto : sono tranquilli i dì! Son solitario e povero, non ho sorrisi intorno
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O Musa bionda, o giovinetta mia, bella, dolce, soave, che mi dici al mattin la Poesia ed alla sera l'Ave... tu che, in mezzo alla torbida procella di
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, narrartela vorrei la storia, ma è fumo, è nebbia nella memoria!... …………………… Però ritessimi qualche armonia che mi risusciti l'infanzia mia; qualche episodio
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nostro invito: fu certo un cenno della mia sorella che di me ti ha invaghito, o un sospir di mia madre! - Ero un intruso di cui dicean " morrà presto
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(Dopo una lettura triste) Aiutami a vivere, mia bella sultana, la vita dei reprobi volubile e vana. Sia sole, sia nebbia, m'innonda di baci! Se
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freme e rugge e turbina la bufera degli eventi! Non un solo all'empia Satira, alla livida Ironia... Diedi il braccio alla mia patria, le negai la
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attraverso a un velo bruno, e scote appena la mia mente lassa la forosetta dall'anche di Giuno che mi sorride e passa. La sua lieta canzon va via con lei
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suicidio mi ha dannato Iddio, errarmi intorno mi parea sentire l'alito della morte. O mia ricchezza unica, o bimbo mio, lo sai tu chi son io? Sono il
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via sotto il tappeto bruno: ché, di sera, al camino, li vo evocando e me li schiero intorno; presiede la mia nonna, con una bianca gonna, il colloquio
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Sotto colla bottiglia! La mia pugna somiglia a quella di Gesù, quando dal monte Satana lo fe' guardare in giù. - Pensa - il diavol mi dice- alla
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trarrìa la sua covata; né brillerebbe più la lucernetta della mia cameretta. Voi non verreste più, coppie amorose, di ombrìe silenti in traccia; né
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' che non si ammali la mia pallida musa, illusione ultima e santa dei miei dì fatali!... Il mio pan quotidiano è la canzone. Manda sul mio cammino il
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moscherin che su un verso si posa. Amo la casa mia, penso al deserto, all'oasi ed ai ghiacciai... ho ancor sogni bizzarri alle mie notti... e crudi e cotti. I
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un povero pastor: corro a portargli l'umide rose del labbro mio e la mia chioma d'or! - Se basta amarti, o pallida bimba, per esser tuo, vale il mio
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, ma da legge che ingiusta non è. * * * O Musa mia, perdonami se ti ho costretta a far da moralista! Ma sai quanto mi strazii dei miseri la vista! E
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dei nonni avari; e te sogno, gentil mia creatura, ti sogno addormentata in un giardino, più soave, più candida, più pura di un gelsomino! E le farfalle
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reggie. Mia madre intanto, imagin benedetta, nella sua sala profumata e fosca, mi dicea di Fiorenza e di Barletta, Fanfulla e Fieramosca... Né per mutar
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pergamene e cantilene! o intenti, al suon dei bronzi e dei flagelli, penne e pennelli!... Per gli occhi tristi della donna mia, per l'amicizia degli amici
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, sarà la mia gloria, se i mesti fantasimi tornando a memoria, che in voi si animarono, serafica creta, trovato il poeta del tempo che fu, direte