Trasparenze
Quando mi sei lontano il cuor mio non sa più perché sia vivo, fanciullo mio giulivo, e mi sento infelice in modo strano, quando mi sei lontano
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, prima ancor che un altro mese scocchi, il mondo intiero si ricrede, e tace col pianto agli occhi! E che perciò? Gemendo accanto al fuoco spesso io mi
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chino sul mio destino! Tu ancor mi adduci, solitario e mesto, alla chiesetta, all'ermo del colle, alle fontane, ai boschi queti, sacri ai poeti. Mi
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, narrartela vorrei la storia, ma è fumo, è nebbia nella memoria!... …………………… Però ritessimi qualche armonia che mi risusciti l'infanzia mia; qualche episodio
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suicidio mi ha dannato Iddio, errarmi intorno mi parea sentire l'alito della morte. O mia ricchezza unica, o bimbo mio, lo sai tu chi son io? Sono il
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e il dolo! Ma i miei due passerini han già l'aurora indovinata e la gabbia bisbiglia; e il dolce avviso e la pace dell'ora a più lieta canzon mi
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O Musa bionda, o giovinetta mia, bella, dolce, soave, che mi dici al mattin la Poesia ed alla sera l'Ave... tu che, in mezzo alla torbida procella di
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attraverso a un velo bruno, e scote appena la mia mente lassa la forosetta dall'anche di Giuno che mi sorride e passa. La sua lieta canzon va via con lei
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perdendosi, velati i tamburi, nei tramiti oscuri mi lascia quaggiù. Ma Voi, la fantastica che amate il mio canto, che avete nell'anima di tergergli il
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Mi chiaman pazzo le vicine, e infatti fra tanti matti posso esser matto anch'io. Ma, affé d'Iddio, io le sento russar, le donnicciuole; oppur, da
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questa valle; assai lontano forse il destin mi attende: ma per mutar di luoghi e di vicende, muro feudale, ricorderò che non t'ho visto invano, perché in
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, quante favole non cantammo, o Musa, insieme! Mi credetti il santo apostolo, il Veggente, a quindici anni, delirando nel tripudio, delirando negli
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Sotto colla bottiglia! La mia pugna somiglia a quella di Gesù, quando dal monte Satana lo fe' guardare in giù. - Pensa - il diavol mi dice- alla
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... ma mi sorride il giorno, ma la mia musa è qui! È ver: son solitario. Vivo una vita grama... ma so che al mondo m'ama qualche buon'alma ancor. Dal
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quasi spenta è la face! * * Non oso palesarti, o fanciullo, perché mi attardai tanto. Dimmi, andando a dormire, la nostra madre ha pianto? * No, ma
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intègri fino alla porta dell'eterno buio! Né ch'io giammai mi stanchi di riporli nel core ad uno ad uno, di volta in volta che il fatal becchino li mena
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mi dia! Adro, settembre 1874.
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non giunsero ancor lemuri immonde dall'anima nei sensi! Ti lascio il meglio che mi resta ancora: il pio desir di una celeste aurora, dei pedanti il
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inneggio o bestemmio tu ascoltami e taci. Deh!... Taci ed ascoltami : mi adora e non parla! L'amore ineffabile detesta la ciarla! Di sguardi satanici, di
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reggie. Mia madre intanto, imagin benedetta, nella sua sala profumata e fosca, mi dicea di Fiorenza e di Barletta, Fanfulla e Fieramosca... Né per mutar
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che mi parla in latino. Gli fan codazzo torri di foco e sibilanti draghi e fantasimi e maghi, e paladini e fate innamorate. Sulla sua mitra poi, spesso
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festi ancella, mi apparisti nei dolci occhi dell'ava e della mia sorella... E fui poeta. - Un povero poeta di te indegno, o divina; un sognatore cui
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del mesto villaggio, non turbi i sonni il perfido uragano, e sorridan, non curvi, al mio passaggio, e i più vecchi mi stringano la mano. Ch'io possa
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, giuravalo... E poi, mio bel Sultano, se non mi dai la mano come potrei salir? %II Vorrei vederla nuda!… o Anacreonte, o Teocrito, o mio fulgido Orazio
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(Versi scritti in giardino) ALLA SIGNORA CONTESSA ERMELLINA DANDOLO Mi parve una farfalla, ed era un bruco. Movea sul tavolo coll'incesso di un bimbo
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, ma da legge che ingiusta non è. * * * O Musa mia, perdonami se ti ho costretta a far da moralista! Ma sai quanto mi strazii dei miseri la vista! E