Trasparenze
tenere... Perché affrontar lo spillo e la fiala, il droghiere e l'entomologo?- ……………………………………… Ma, sordo al mio monologo, il nomade doglioso
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lo ciel! mio fanciullo, perché così mi guardi ? E quel mostro è sparito? * Sì, quando tu bussasti. * * Né tu ardisti affrontarlo, e non lo interrogasti
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suicidio mi ha dannato Iddio, errarmi intorno mi parea sentire l'alito della morte. O mia ricchezza unica, o bimbo mio, lo sai tu chi son io? Sono il
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dell'uomo; la flebile calma sull'agonia dell'universa luce alle parvenze del mister lo impalma, e a un altar malinconico lo adduce. Raccogliti, cor
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: " Mancasti ieri, quest'oggi è troppo tardi! ". Oh! te lo invoco, o fratello, o poeta, onnipotente te lo invoco il Dio! Ché ai dì felici, per guidarti a
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Sotto colla bottiglia! La mia pugna somiglia a quella di Gesù, quando dal monte Satana lo fe' guardare in giù. - Pensa - il diavol mi dice- alla
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bimbo mio d'amor; del bimbo mio che medita già sulle sorti umane, e sta spezzando il pane del Sapere fatal; della mia madre vedova che al par di me lo
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incanutite! Tu lo sai, Musa, nell'estasi quanto visse il mio pensiero, delirando in mezzo ai pampini, delirando in cimitero! Ma crescea nell'ombra il demone
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attraverso al sole opimo vino; parea ruscello immobile il zaffiro, e lo smeraldo egizïan splendea del color che, a ciel fosco, ha la marea. Ma il topazio
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degli steli alla luce, e il rintocco dell'ave che a meditar ti adduce, e l'apparir dei fatui fochi e il rezzo di cui lo spiro è olezzo! Addio lugubri
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, per veder le beltà dell’Ellesponte, dell’Egitto e del Lazio! E’ Frine: il guardo, se lo fa parlare, com’ella sa per infortunio mio, non l’Areopago
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, sulle fosse dei monaci estinti; se all'inferno non giacciono avvinti lo sa Iddio che stupor li corrà! Dove il cantico, inutile, lento, si perdea per la
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mio balcone, e mi addormenta. Sogno allor le scarpette esposte al vento, i magi in viaggio ancor sui dromedari, e il gioir delle madri, e lo sgomento
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Quando muore un poeta il ciel sorride; quel sorriso lo sente il volgo umano, e si guardano in faccia, e li conquide uno sgomento arcano. Veggono il