Teresa
che sorreggevano quel povero mobile tarlato, e disse loro piangendo: - Gettatelo dentro anch'esso, tanto domani io non vi potrò piú dormire. - Sì
Teresa
Camaralzaman quello delle Mille ed una notte lo sogni, e ti figuri che i mariti si taglino su quel modello là. - Non è ... - Lascia dire. Siete tutte così
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accorto che quel niente era assurdo, disse: - È l'amante di Orlandi. - Conosci Orlandi tu? - Come no? Stando a Parma e facendo la vita dello studente
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signora Soave nessuno poteva scompagnare quel nome dal volto malinconico della moglie del ricevitore. E qualche cosa di stanco, come di catena lungamente
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signora Soave; così come le casacche scucite, le calze inzaccherate e le pezzuole fatte in due, davano pensieri e lavoro a Teresina. Insensibilmente quel
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strano della fantasia ella aveva visto improvvisamente quel finestrone illuminato da un tramonto d'autunno e le saliva alla testa, con un profondo
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; lei che tremava davanti alle terribili sopracciglia inarcate del padre, quel giorno aveva una sola preoccupazione, il timore d'essere scoperta
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; se Orlandi l'amava, e l'aveva scelta in mezzo a tante ragazze, vuol dire che non era proprio quel nulla che aveva sempre creduto. La vanità non
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, era candida, amava; amava quel giovane che doveva essere suo marito; e, come metteva i suoi trasporti a' piedi di Dio nelle sue fervide preghiere
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, dietro suggerimento di sua madre, vi aveva inchiodato un traliccio verde. Quel colore oftalmico dava alla libreria un aspetto misterioso, come se
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il corpo. Buttava via il cappello, il soprabito e tutto; si cacciava sotto le coltri e in quel momento di riposo, di solitudine, sul punto di
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, la dappocaggine, l'ostinazione burbanzosa, si univano alla sua unica virtù - l'onore - per rendergli quel momento uno dei piú tristi della sua vita
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come muove i fianchi e tiene i gomiti aperti? - Allora quel domino celeste che pare la sua ombra è la Gigia? - Naturale. - Quando si va in maschera
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veglia, nell'alba fredda di quel mattino di febbraio. Ella pensava che anche lontano Egidio dovesse conservare l'ardore del desiderio, come lo conservava
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e simpatico che aveva sempre unito madre e figlia si faceva piú sensibile in quel ravvicinamento delle loro tristezze, in quel duplice tramonto delle
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all'insieme una intonazione triste, sotto quel cielo opaco della valle del Po, nell'atmosfera umida e molle, lungo il fiume cintato da malinconici boschi
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che non se ne sarebbe mai fatto nulla piú di quel che era stata sua madre; e crollava le larghe spalle con aria di sprezzo. Ella doveva nascondergli
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diventati inutili. Tuttavia non era ancora brutta. A quel volto simpatico che i patimenti avevano dimagrito ma non deformato, mancava solo un raggio di
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nascondere i rimpianti che essa sola conosceva, e rispose: - Si fa quel che si può. - Sicuro, capisco, quando si hanno delle figlie da maritare ... le
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quel po' di innocente distrazione avrebbe fatto bene alla ragazza. - Mamma, e tu come farai? Questo sì, Teresina lo aveva detto, perché sentiva il
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, dall'altro lato della sala, la invitasse col gesto ad uscire di quel cantuccio, a muoversi anche lei come le altre. Ma c'era una nebbia davanti alle
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in quel momento non osò. Poco dopo, senza nessun appiglio, come se una forza ignota le cacciasse fuori le parole, esclamò: - Ho ballato. - Hai ballato
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