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accostato il testone grigio alla pietra, facendosi lume con un fiammifero. Un gemito scoraggiante serpeggiò nella folla. Qualcuno, che non aveva
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Il sole, che non riusciva a sprigionarsi dalle nubi, vampava soffocante nel meriggio d'agosto. Nella cucina bassa, una tenda di cannuccie, gialla
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Nella camera di Carlino le finestre erano spalancate, tutte e due; e dalle ampie aperture entrava una luce allegra, sfacciatella, che frugava per
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illuminate, e s'indovinava, attraverso le tendine a rete, un certo movimento. Nella camera nuziale, la signora Soave Caccia, adagiata in un seggiolone
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bisogno di amare. Saliva spesso nella camera di lui, toccava i suoi libri, ne leggiucchiava qualcuno, a sbalzi, nelle pagine dove si parlava di relazioni
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tempo s'avrebbe potuto credere che ella pure dormisse, tanto era immobile, assorta nella visione. "Così avverrà quando, per la misericordia di Dio, ci
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piccolo guanciale e finse di dormire. Se avesse dormito davvero, là, sulla culla, incosciente e serena come l'Ida? Un passo, nella via, la fece trasalire
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vento, né brina la preoccupavano; metteva i piedi nella sabbia umida dei viali, abbandonava i capelli alla rugiada della notte, cogli occhi rivolti al
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. Tutti avevano veduto Orlandi nella via di San Francesco, e ne indovinavano il perché. Le ragazze non potevano darsi pace a pensare come mai il piú bel
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alle frequenti passeggiate d'Orlandi nella via di San Francesco, ad alcune allusioni scherzose udite in caffè, alle distrazioni di Teresina, e, se non
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distrazione nella vicinanza di due belle ragazze, civettine emerite, che dal loro balcone li tentavano continuamente. Piú tardi Orlandi, per la sua
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, carissimo signore, siamo nella nostra sfera, padri anche noi e l'onore e la felicità delle nostre figliuole in Cristo ci premono piú che la vita. - La
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, permise che le figliuole si recassero alla festa da ballo mascherata che si dava in teatro. Nella sua intenzione di burbero non cattivo, il beneficio
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, riportandolo poi, con una lieve dilatazione di compiacenza, sull'Ida bella e robusta: festevole, anche nella dimostrazione del suo rammarico. Ida, in
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prevenne, mostrandole nella dolcezza del sorriso che aveva compreso, e soggiunse: - Dio ti ispiri, e ti guidi, figlia mia. Non ti lascio altro consiglio
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nella sua botteguccia. - Oh le belle pere! ... pere! ... pere! ... Al palazzo Varisi, Caramella non guardò neppure; e non guardò la casa attigua, dove
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disposizioni future, l'Ida, la sua prediletta dopo il maschio, si trovava assicurato l'avvenire nella posizione di maestra. Quanto a Teresa, vedendola girare
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, sensuale, rompendo la siccità dell'atmosfera; e tutto ciò che era nella terra, bruchi, vermiciattoli, esalavano la loro vitalità rianimata da quelle
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calma melanconica, contemplativa, e Teresina, nella felice serenità dei quindici anni, trovandosi sollevata da un incubo, sorrideva. Carlino faceva delle
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tristemente, come sapesse che i giorni del godere sono contati, che sua figlia le saltò al collo, baciandola. La zia Rosa, nella placidezza serena di una vita
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nicchietta calda, nella quale la fanciulla affondava con delizia. Stava voltata di fianco, colle mani raccolte sul petto, i ginocchi un po' rialzati, la testa
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gonne, accarezzandola, frugandola, a tal punto che scoprirono nella tasca, il grosso confetto. Allora non si fermarono piú. - Rendetemi il mio confetto
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