TAVOLOZZA
Metti un gaio color sul tuo pennello, e dipingimi un cielo al primo albore; poi fra le piante e i fior di un praticello, un somarello - che canti
TAVOLOZZA
che sul misero guanciale rassegnati riposino i morenti, assopiti aspettando il funerale corona alle sciagure, e ai patimenti. Lasciateli coll'angelo
TAVOLOZZA
scogli della montagna, quando sul ghiaccio il tuo raggio si bagna! Ma chi dirà, divina, di che fulgor ti vesti, se tu sorgi infocata alla marina? Il
TAVOLOZZA
Primi rancori, puerili pianti, capitomboli miei sul pavimento, rabbuffi delle serve intolleranti, e fiabe delle mie notti sgomento; giocatoli
TAVOLOZZA
- A messa mi volete alle sett'ore? No, guardate lassù che amena vetta! Domani io sarò là sul primo albore, a cogliere per voi timo e violetta. E se
TAVOLOZZA
sul sagrato occhieggiare or con questo ed or con quello ... povero cuor deserto e sconsolato! oggi un vecchio l'ha chiusa nell'avello! Brianza
TAVOLOZZA
Ecco una landa solitaria e bella come la speme di un morente. Il cielo è di un vivido azzurro e senza velo; contadina che spigoli sul prato, né carro
TAVOLOZZA
eterea, oh a te, dall'alto, cui di notte agogno, una ultrice tempesta urli sul viso e spenga col tuo raggio ogni mio sogno!
TAVOLOZZA
cadenze imbalsamate di fragranze di rosa e gelsomino, o le rime dal turbine accozzate, come foglie cadute in sul cammino? O la canzon della notturna
TAVOLOZZA
cammino, oh torna, e sèguita la canzonetta, o forosetta! Ma là, sul lido candido, ahi! forse, o bricconcella, ti aspetta nella nota navicella ansioso
TAVOLOZZA
Che fantasima d'abate ho scontrato stamattina, sul sentier della collina! Pover'uom, per esser frate, era magro e curvo e smorto: certo il pranzo
TAVOLOZZA
cencioso ferraiuol turchino, o urtato in fallo il nano che canta i salmi al muro del cammino; e Dio, travolto in collera, forse soffiò sul mare, e
TAVOLOZZA
desiderio in me: vorrei veder sul Mincio la rotta intorno a te. - - O pingue matrona, che appoggi alla sponda ; dell'ampia poltrona la faccia rotonda, per
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, l'artista, che sul soglio la riporrà sovrana : questa è la legge umana, questo è di Dio l'amor!
TAVOLOZZA
divini, e i merli ai fiori e ai pampini frammisti sogno dei paesisti; così della tua luce, o Musa, un raggio, rapito al paesaggio, scenda sul viso alle
TAVOLOZZA
domestiche pareti, o giovinetto: sul nido tuo non aliti l'aura del mondo infetto, bevi in pace e in silenzio al tuo nappo dorato; là fuor de' tuoi