TAVOLOZZA
raccomanda. Si comincia a educare il gatto o il cane con cento schiaffi, ed un soldo di pane, poi si contano travi e casseruole, poi sospinta la serva alle
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Donne, voi somigliate alla natura che, se sorride, gli uomini innamora, e desta la mestizia e la paura, quando minaccia e quando si scolora. Ma
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fiano servi, facchini, o pizzicagnoli, fabbri, arrotini : arti tranquille, in cui perito è l'uom che mai non si è tagliato un dito. Ed io? nel fervido
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si frange.
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Ho il canto dell'ùpupa, ho il viso di un prete, le penne di un passero sfuggito alla rete, fanciulla, per essermi sì cruda e severa? Se' tu
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CANZONE DI UN MISANTROPO E beata è colei che non si sarà scandolezzata di me. Evangel. S. Matteo, c. XI., v. 6. Come un raggio di sol su un vecchio
TAVOLOZZA
Il lungo e magro professor di greco, che quasi odiar mi fece il divo Omero, fu stamane a vedermi al mio studietto. La tavolozza mia si tinse a nero
TAVOLOZZA
venuti a far lieta Milano messaggier di concordia e di fé! Ah si stringan le destre, ché eterna questa pagina al mondo starà; e si ingemmi coll'arte
TAVOLOZZA
del diman si nota, e sulle labra vien la canzonetta!
TAVOLOZZA
hai teco un rimario, viaggiatore?… - Ove fuggisti, o mio lepido umore, in che borgo ho smarrite le parole? Sì, al focolar del prima albergatore, sento
TAVOLOZZA
notte in breve si farà più bruna: forse al varco ti attende un traditore, e cadran tue speranze ad una ad una, come le foglie d'appassito fiore. Se
TAVOLOZZA
c'è quel dito, ahimè! del cardinale, che pecca assai nella sinistra parte; sono inezie, lo so, ma piano piano si sdrucciola nel falso e nel balzano
TAVOLOZZA
avvisò i pesci di fuggir le reti! Le fitte reti care, che doman gronderanno alle pareti. Assisi alla sponda del fragil barchetto, cullati dall'onda, si
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coglierne le note alle tue soglie: presto si muor la mammola se al margin suo si toglie. Guarda la folla, o giovine! É una stoltezza o un fallo là
TAVOLOZZA
Schiudesti appena il tuo logoro ombrello, e giù d'urti e di inchieste ti circonda di pescatori un garrulo drappello, e dura legge è pur che si
TAVOLOZZA
Oh bello è pure, al soffio dell'aura mattutina, il Corso, ove s'esercita la boria cittadina quando sui tetti e i platani da lunge il sol si specchia
TAVOLOZZA
, così giovane, chiusi gli occhi a un altro avea: or le fila ritessea dell'amor che sepellì! Sì, fra i canti dell'esequie, scorron lagrime dirotte, ma
TAVOLOZZA
consiglia a oscillar sì dolcemente? Forse è ver che di voi guida cìascuna, quaggiù nel mondo vedovo, un'anima alla meta in compagnia? A noi l'antica
TAVOLOZZA
altrui la quiete, e il sonno ... i miei scaffali vegliano ed io qui resto ad ascoltarli intento! Come fauci di cantanti che si muovono su e giù, or si
TAVOLOZZA
giorno, oh fiore! Povero amore! Sì puro e fervido come finì! Qual era il nome, quale il cognome, di quel fior perfido d'oblio forier ? ... Egli era un
TAVOLOZZA
; ecco frati, e suore, e preti, cui nel volto ancor si legge la nequizia che fu legge per le plebi di altri dì! - O bruna fanciulla che sempre sorridi
TAVOLOZZA
un tremulo bosco di antichi olivi, e la cadenza dei suoni giulivi anch'essa, a poco a poco, fra i rami si perdette ... Oh dolce cherubino risali il tuo
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lauro sognato, quando, svaniti i fascini ad uno, ad uno, alla sua soglia picchiò il digiuno ... Si spense ... - O martire! riposa in pace; presso il tuo
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dall'aura si colmano ancor; e poi chiederti, o indegna, se il vento sorgerà, come sorge su d'esse, a distrugger le traccie che impresse m'ha un tuo sguardo
TAVOLOZZA
e unguenti santi, che pareva un letamaio, e, battendo dentro il saio, il suo corpo roso e cotto dava il suon di un vaso rotto. Si fermò ... prese a
TAVOLOZZA
scogli della montagna, quando sul ghiaccio il tuo raggio si bagna! Ma chi dirà, divina, di che fulgor ti vesti, se tu sorgi infocata alla marina? Il