TAVOLOZZA
Uom, tu che nasci in maschera, e mascherato muori, osi insultar, se incognito è anch'esso il Dio, che adori? Vorresti tu conoscerlo ed affisarlo
TAVOLOZZA
- Sulla porta dell'ospizio, dove usciste in lenta schiera, che vi dice, o miei vecchietti, questo sol di primavera? Oh narrate di che palpiti
TAVOLOZZA
, e lieto si apparecchia alla discesa in mar! Or che son muti i cembali nell'aule dei palazzi, e, in larghe pieghe, immobili riposano gli arazzi, né
TAVOLOZZA
; - Eh via - le dissi - vien, vieni a cenare, io stesso poi ti voglio confessare, e se vedrò che mi vuoi bene assai, assoluzione e baci in copia avrai; ché
TAVOLOZZA
muro, monumento futuro, in cui di verde l'edera ha vestito i fior che adora il profumier perito, e, amor dei vati e amor dei ciabattini, i pampini
TAVOLOZZA
Quando muoiono i fiori ai davanzali, e quando i vetri la nebbia accarezza, e le rondini in mar battono l'ali, e del negro fanciul di val Vegezza il
TAVOLOZZA
tipi, son tanti i colori, che di farli inoltrar mi venne in testa; ma una donna fra lor, cinta di fiori, mi dissuase, e la ragione è questa: mi disse
TAVOLOZZA
parole! Sento un odor di grandine e di rose, e il vo' scrivere in versi alessandrini: come fanciulle flebili e amorose cantin le cetre dai sonori crini; e
TAVOLOZZA
avea la mesta, né amor d'amiche la povera tosa; ella era brutta, e in cenci avea la vesta ... qual giovin mai l'avrìa menata sposa? Vedea le forosette in
TAVOLOZZA
indolenti tramutato in tessuti e in gioielli, mentre intorno mieteva fratelli la miseria suffusa d'onor! Ecco un cadavere d'adolescente; guardate, è un
TAVOLOZZA
tuoi veli! Te fra le viti e i gelsi del mio suolo natio, fanciullo io vidi e ad astro mio ti scelsi; fosse felice o in lagrime, da quel giorno, o mia
TAVOLOZZA
- Amor ci suscita, ma come, e donde?- Le razze intrecciansi, nessun risponde. Inconscie reclute, travolte in guerra, piovono l'anime su questa terra
TAVOLOZZA
tenebrore. La tua vergine allora, in abbandono, ti stringe il core che di gioia piange, e, innebriato, ti risvegli al suono della pioggia che a' tuoi vetri
TAVOLOZZA
Una mesta mi additarono giovinetta a brun vestita, e mi dissero: - É la Rita che ha perduto il genitor! - Pochi mesi sorvolarono, la rividi in una
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la compagna appar! Portan la vela lacerata ai venti, come stendardo che in battaglia erró; portano remi e canapi stridenti, che il nerbo delle braccia
TAVOLOZZA
Oh non passate mai, plebi frementi, femmine folleggianti in carnevale, cori festosi e musiche plaudenti, non passate dinnanzi all'ospitale! Lasciate
TAVOLOZZA
Spesso io contemplo in estasi la vecchia libreria, la fida amica, l'anima della stanzetta mia, e, quando mesto io veglio, parmi udirla cantare le
TAVOLOZZA
Come fra nebbia nei boschi caduta, io dell'età vissuta, rammento i giorni sacri al primo amore; quelli in cui sbuccia il core come dai chiusi petali
TAVOLOZZA
Oh chi dirà la gioia che sentii stamattina volar dal labbro d'una contadina! Scendea dalla montagna in sottanetta bianca, cantando a tutta gola una
TAVOLOZZA
crocefissi, potran forse umiliati svanir. Per mostrarti in la sabbia minuta l'orme nostre, che in giri ritorti, come fosse di piccoli morti, già
TAVOLOZZA
dell'aprile candide sorelle! Somigliategli in tutto, disprezzate chi non adora che la vostra pelle, e soltanto le fide anime amate che, sotto il velo
TAVOLOZZA
hai teco un rimario, viaggiatore?… - Ove fuggisti, o mio lepido umore, in che borgo ho smarrite le parole? Sì, al focolar del prima albergatore, sento
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fiano servi, facchini, o pizzicagnoli, fabbri, arrotini : arti tranquille, in cui perito è l'uom che mai non si è tagliato un dito. Ed io? nel fervido
TAVOLOZZA
notte in breve si farà più bruna: forse al varco ti attende un traditore, e cadran tue speranze ad una ad una, come le foglie d'appassito fiore. Se
TAVOLOZZA
Ma bello è quando parlano, seguendo del pennello la corsa affaccendata, e fra loro in famiglia discorrendo, di tutti i casolar della borgata. - To
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- Levatemi le coltri! ... è maggiorana, che bisogna piantar nel mio giardino Ascolta ... a festa suona la campana ... ma che fa qui in un angolo il
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! Ah, in questa Italia benedetta, l'arte ahimè va male, ahimè va mal, va male!
TAVOLOZZA
domestiche pareti, o giovinetto: sul nido tuo non aliti l'aura del mondo infetto, bevi in pace e in silenzio al tuo nappo dorato; là fuor de' tuoi
TAVOLOZZA
Quando in marzo fuggirono le insegne giallonere, e alle nostre bandiere risero i tre color; noi cantavamo, pargoli, l'Inno di Pio nono, che dei
TAVOLOZZA
- No, mia diletta, non ho più quattrini, per mutarteli in nastri e in cappellini: siamo a Natale, e le mie due sorelle aspettano un mio dono a farsi
TAVOLOZZA
l'ostriche e il merlano. - La gente crolla il capo e se ne va, dicendo : - É un pazzo - ed io soggiungo piano : - V'ha chi tali ci crede anche in città. -
TAVOLOZZA
te bada: a cento ti passano davanti i codardi, e impavidi affrontano l'orror de' tuoi sguardi! E un dì quel brando in fuga forse ponea le armate
TAVOLOZZA
fiori al crine degli amanti ponean donne latine, e barcollava in mezzo all'orgie doma la vetustà di Roma. Or sulle basi e i capitelli immani, e fra i
TAVOLOZZA
Versate amici il nettare divino! Bruna è la notte, e la face scintilla: spumeggi in cor coll'ispirato vino la musa brilla! Splende la face e
TAVOLOZZA
, già in uggia tanto, incanutito e sofferente e stanco, l'antica bile mi fuggì dal petto, e fissai mestamente il suo crin bianco; egli abbracciommi
TAVOLOZZA
vola, no, libera in mezzo al cielo, ma preme il suolo, e a colmo di sventura, la madre ha accanto che le abbassa il velo, e la dilunga ognor dalle
TAVOLOZZA
consiglia a oscillar sì dolcemente? Forse è ver che di voi guida cìascuna, quaggiù nel mondo vedovo, un'anima alla meta in compagnia? A noi l'antica
TAVOLOZZA
spiaggie, alle cime: - State, o figlie dell'anima mia: state belle di golfi e foreste, di villaggi, di scogli, e di palme; belle in mezzo alle cupe