TAVOLOZZA
avaro.- - Mi parli già da mesi, o giovinetto, e sai se al mondo ebbi più caldo affetto; sai che di baci mi bruciasti il viso, sai che m'addenta il cuore
TAVOLOZZA
Un giovinetto di vago aspetto, un dì fra i calici mi raccontò : che di una bella gentil donzella come un maniaco s'innamorò. Ma un dì, la bella
TAVOLOZZA
un giovinetto; e tu corri a portargli due begli occhi d'amore ... begli occhi, e buon umore; oh a lui propizia sia l'onda amara, se gli sei cara! Ma
TAVOLOZZA
all'oblio! É morto il giovinetto, che al vostro fido aspetto gloria sognò, sognò giorni felici! Addio corse alle selve, alle pendici ispiratrici, addio
TAVOLOZZA
Spesso una voce incognita mi dice: - O giovinetto, perché dolente hai l'anima, e pallido l'aspetto? Di desidèri inutili, oh, non ascolta il grido
TAVOLOZZA
pioggia; or chi mi parla, è un logoro libro d'antica foggia: - Giovinetto, che guardi e sospiri, qual speranza ti ride nel cor? Tarpa l'ali de' lunghi