TAVOLOZZA
pareva anch'ella l'allegra cantatrice : robusti quindic'anni sfidatori d'affanni, treccie nerissime, e occhietti fini, ed assassini! Ma sparve dietro
TAVOLOZZA
Uom, tu che nasci in maschera, e mascherato muori, osi insultar, se incognito è anch'esso il Dio, che adori? Vorresti tu conoscerlo ed affisarlo
TAVOLOZZA
raccomanda. Si comincia a educare il gatto o il cane con cento schiaffi, ed un soldo di pane, poi si contano travi e casseruole, poi sospinta la serva alle
TAVOLOZZA
l'ostriche e il merlano. - La gente crolla il capo e se ne va, dicendo : - É un pazzo - ed io soggiungo piano : - V'ha chi tali ci crede anche in città. -
TAVOLOZZA
sul sagrato occhieggiare or con questo ed or con quello ... povero cuor deserto e sconsolato! oggi un vecchio l'ha chiusa nell'avello! Brianza
TAVOLOZZA
coll'ispirato vino la musa brilla! Cozziam le tazze, ed accozziam canzoni, l'anima e il corpo insiem perdano il perno, e a conto nostro danzino i demoni
TAVOLOZZA
core, volesse dirmi: - Oh quanti nuovi lidi, quanta stesa di cieli e di marine, tu vedesti, e pur giovane sei tanto! Ed io? ... dei grami dì già
TAVOLOZZA
poneansi al crine fra i vezzi, fra le trine e gemme e perle e corone immortali di fiori artificiali ... ed io già in petto avea l'onda dei versi, e gli occhi
TAVOLOZZA
, che la suora diletta le rimanda un amplesso d'amor ... ma che Roma confida ed aspetta, e Venezia è una martire ancor!
TAVOLOZZA
una pelle liscia, gialla, scintillavan, come faci, occhi ceruli e rapaci, segno questo che non falla; ed il naso uscia schiacciato monco, nero
TAVOLOZZA
pelago scatenasi, e placido e giocondo il tuo disco s'innalza e irradia il mondo! Ed io ti amai sul piano, ti amai, luna, sui monti, e nel cupo fragor
TAVOLOZZA
fede gli angeli con lei, con lei spariti! Cade la pioggia a torrenti, e risuonano come tasti di cembalo le tegole; un gatto nel cortil miagola ed urla
TAVOLOZZA
fiano servi, facchini, o pizzicagnoli, fabbri, arrotini : arti tranquille, in cui perito è l'uom che mai non si è tagliato un dito. Ed io? nel fervido
TAVOLOZZA
carnefici Echeggia l'ululato! Bevi al tuo nappo e i cantici svolgi che il ciel ti spira, ma sia sommesso ed umile il suon della tua lira, nessun s'arresti a
TAVOLOZZA
, garrule del monte abitatrici, e i mandriani intuonano a bassa voce i canti, che le greggie vaganti chiamavano all'ovil ; ed ecco, ecco le vittime
TAVOLOZZA
pochi soldi appena, ed una scarsa cena! Pur son felici, e al mendico cantore regalano, passando, un pesciolino. Poi, quando il sole è fervido, seduti