TAVOLOZZA
vola, no, libera in mezzo al cielo, ma preme il suolo, e a colmo di sventura, la madre ha accanto che le abbassa il velo, e la dilunga ognor dalle
TAVOLOZZA
nubi dalle sue sembianze, guidala mollemente ove, al sereno, le stelle dei felici intreccian danze. Ma neghittosa se tu resti ancora nella tua danza
TAVOLOZZA
torvo su un letto d'ortiche le sue colonne antiche. Le falangi dei Cimbri incatenati qui passár, dalle invitte alme imprecando ai ferri e alla fatal legge
TAVOLOZZA
ritemprar non potrà, col cener molle, che ortiche, e rovi, e squallida verdura d'aglio e cipolle. Dalle ceneri nostre, ancor frementi del vasto
TAVOLOZZA
lattai dalle cascine, che la sera amoreggiano le fulve contadine, mentre ai bifolchi narrano, raccolti nelle stalle, l'ardor delle cavalle che trottano
TAVOLOZZA
non ha che stuzzichi una dama! In chi, dimmi, versar l'onda infinita, in que' bei dì nudrita? L'onda di un core che una volta appena sia stato dalle