TAVOLOZZA
Ma ritornato dalla lunga gita alla casa paterna, a' tuoi diletti, d'alme memorie l'anima arricchita, e la valigia piena di abbozzetti: come lieto
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Chi partìa dalla bella laguna verso il golfo che pari non ha, e dell'arte l'intatta fortuna ricercava alle cento città; chi movea dall'avello di
TAVOLOZZA
Oh chi dirà la gioia che sentii stamattina volar dal labbro d'una contadina! Scendea dalla montagna in sottanetta bianca, cantando a tutta gola una
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del brando; qui pregár forse gli ultimi tribuni, dalla vendetta dei barbari immuni, tra l'arse insegne e i figli insanguinati, i dolci lari - quando
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rancura, e che quand'egli uscia dalla mia stanza - ho pianto!
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cavalieri: una truppa di guerrieri che la morte insiem colpì! Ecco vergini e matrone dalla nobile sembianza, che di sguardi malinconici intersecano la stanza
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in città. Dal dazio, ove scroccarono, tremando, la dogana, poi che i vietati viveri levár dalla sottana, le scaltre serve corrono al ganzo servitore
TAVOLOZZA
, passando innanzi a una chiesetta bianca il povero berretto scordò levarsi dalla testa stanca; forse mettendo il ruvido piè gocciolante a bordo, scordò l'un
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, al profumo, al candor li sceglieremo, e ghirlande faremo! E l'aura che verrà dalla foresta, sia risonante o mesta, non sarà, come i femminili accenti