TAVOLOZZA
Oh ditemi il segreto, erranti stelle, dei vostri eterni palpiti! Qual desio vi commove il petto ardente, quale amor, nella bruna aura tranquilla, vi
TAVOLOZZA
dall'aura si colmano ancor; e poi chiederti, o indegna, se il vento sorgerà, come sorge su d'esse, a distrugger le traccie che impresse m'ha un tuo sguardo
TAVOLOZZA
; l'aura che vien dagli uomini, amico, è un verbo infido! L'aura che vien dagli uomini, dice l'amica voce, ti segnerà benevola di canizie precoce; tienti
TAVOLOZZA
Oh bello è pure, al soffio dell'aura mattutina, il Corso, ove s'esercita la boria cittadina quando sui tetti e i platani da lunge il sol si specchia
TAVOLOZZA
, al profumo, al candor li sceglieremo, e ghirlande faremo! E l'aura che verrà dalla foresta, sia risonante o mesta, non sarà, come i femminili accenti