Sull'Oceano
Quando mi svegliai era giorno fatto, e il piroscafo rullava già nel golfo Leone. Subito udii i gargarismi del tenore nel camerino di faccia, e in
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alcun punto determinato, era piacevole abbandonarsi a quel va e vieni di pensieri slegati e laceri, che somiglia al movimento delle immagini nel sogno; a
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quell'ora, nel salone di sotto, si giocava agli scacchi e al domino; i passeggieri che dormivano in coperta ricevevan gli amici nei camerini illuminati
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delle vacche e di quel palmo di terra, in discussioni aspre col padrone e col parroco, e in addii dolorosi. E il peggio era sotto, nel grande dormitorio
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nel petto un soffio delizioso d'aria marina, che mi ricorre per le vene, e mi riscote tutto, come l'alito d'un mondo ringiovanito. Il bastimento era un
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. Entrava in quel momento nel suo ufficio la grossa bolognese di prua, con una faccia di leonessa ferita, e col suo inseparabile borsone a tracolla
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viscida, come se fosse tutta una belletta di terra grassa, in cui un rampone da pesca avesse a rimanere confitto come una stecca nel mastice; e pareva che
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coperta, e s'avvicinò alla sua famiglia di contadini, rincantucciata nel posto solito, fra la stia dei tacchini e la botte, come una nidiata d'uccelli. Ma
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zona torrida, la grande innaffiatrice del mondo, nel cui regno navigavamo da due giorni. E non durò che pochi minuti. La vôlta cupa delle nuvole si
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mi trovai accanto nel passaggio coperto di destra, dove s'era rifugiata, già fradicia e tremante dal freddo. Le sue prime parole, i primi movimenti
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poco innanzi al tramonto il velo fitto di vapori che ci avvolgeva da tre giorni, il sole calava nel mare come un rubino enorme, gettando sulle acque
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La mattina stessa era seguito nel dormitorio un grosso scandalo, ch'io non seppi che più tardi, stando col Commissario sul palco del comando a vedere
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, facendole dietro un fondo nero nel cielo e sulle acque, le dava una bianchezza vivissima, e la faceva parere ad un tempo una ancor più misera cosa
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E fu festa anche per noi. Per me cominciò dopo colazione nel camerino del Secondo, col col quale passai un'ora piacevolissima, insieme con altri due
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. L'agente di cambio, con cui feci un giro di passeggiata, m'annunziò un brindisi del marsigliese: lo aveva inteso far le prove nel camerino. Mi riferì nello
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vostri patimenti, della diffidenza bieca con cui ci guardate qualche volta, siamo colpevoli noi, che dei difetti e delle colpe che vi rinfacciano nel
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, toccava a lui a dargli il benvenuto nel nuovo mondo, come rappresentante della Repubblica.
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fin nel taccuino degli appunti. C'erano due giovanotti bruni, molto eleganti e poco significanti, i quali non parevano preoccupati d'altro che della
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. Prigioniero in un'isola, è vero; ma in un'isola che mi porta e che mi serve, che guizza sotto i miei piedi, e mi trasfonde nel sangue il fremito della
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un'acuta facoltà d'osservazione e un fino senso comico. Mi condusse subito nel suo ufficio, posto dall'altra parte del Corso. Oltre che amministratore e
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che stava per tuffarsi nel mare di bragia, enorme, come se si fosse ravvicinato alla terra di milioni di leghe, era attraversato nel mezzo da una
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far dispetto alla natura: per lui il sole che discendeva nel mare era un sole odioso, per riverbero della cattiva compagnia che frequentava. In mezzo
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bianca, che faceva pensare a quello che gli Olandesi chiamano mare di latte o di neve, veduto già da molti navigatori nel Pacifico, nel golfo di
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, e quell'aver sempre l'oggetto lì sotto gli occhi, quasi a contatto, nel disordine del vestito della mattina, o nell'abbandono del sonno lungo il
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lance azzurrine librate sui parapetti, dalle alte maniche a vento candide e gonfie, dai ponti mobili spiccanti nel cielo, da cento luccichii di metalli
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attraente per l'uomo è sempre quello dell'anima umana. Proprio nel momento che, non conoscendosi ancora la causa della fermata improvvisa, si poteva
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altri li avessero saputi tener nascosti, e poi scaricati in mare nel cuore della notte, dal cassero di poppa. - Ma ha da venire - disse a voce alta - il
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quel lavoro dell'inscrizione traspariva in tutti un vivo timore d'essere ingannati nel conto dei mezzi posti e dei quarti di posto per i ragazzi e per i
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noi che ingollavamo tutti quei piatti fini, ch'essi vedevano passare sulla piazzetta due volte al giorno, e di cui ricevevano il fumo nel naso; e per
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, soffriva un mal di nervi terribile: la ragazza chiuse il pianoforte con un colpo secco, e se n'andò. L'agente mi disse che la signora grassa singhiozzava nel
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cuce, o impasta, o cucina, o lava, o martella, quasi rimpiattato, con appena tanto spazio da rigirarsi, come un grillo nel buco, e che pure sembra a
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col cappello, ed era stato fortuna che potesse scappare nel dormitorio, col naso scoriato. Cercai la genovese: era al solito posto, che lavorava, bella
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Dove andare? Sei ore eterne dovevano passare prima di notte. Rientrai nel salone, e cominciai a sfogliare l'album di bordo, in cui varii passeggieri
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Nel punto stesso mi svegliò un forte rumore. Non so se avessi dormito tre ore o cinque minuti. Nel camerino brillava un raggio di sole. Il rumore
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dovesse balzar addosso tutt'a un tratto, nel punto in cui traboccando sulla bilancia dell'anima l'istinto della conservazione, il piattello della
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gente alla porta del dormitorio di terza, e fui spinto nel salone. Una signora inciampò e cadde a traverso all'uscio. Per un momento m'apparì sulla
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movimento subitaneo di beccheggio mi gettò nel camerino come un sacco; l'uscio si chiuse da sè; un lampo m'abbagliò. E un pensiero improvviso
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sparse sul tavolato. Incoraggito dallo scemare del movimento, svoltai nel corridoio principale, e mi trovai faccia a faccia col genovese, che veniva
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camera, con un livido a traverso il mento, ma allegro. - Ah! che scena! - disse - ho sentito tutto. - Parlava degli sposi: nel momento del pericolo s'eran
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grandi stivaloni, inzuppati da capo a piedi, coi capelli appiccicati alla fronte e al collo, rotti dalla fatica. Incontrammo nel passaggio coperto il
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il Commissario che mandasse a chiamare il frate; il quale intanto stava confessando parecchi nel dormitorio degli uomini. Varie donne avevan
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fossero state per tutti uno dei periodi meno tristi della vita. Tanto che, per non vedere, m'andai a sedere nel camerino del Commissario, e vi rimasi un
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come nella patria, ingigantiva smisuratamente la sua gloria nel loro concetto. Una contadina giovane, seduta vicino all'uscio del dormitorio, con un
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, ch'era accanto a me. - Siamo nel fiume. L'emigrante e i suoi vicini si voltarono a cercar l'altra riva, e non vedendo che la linea netta dell'orizzonte
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saprà che è arrivato in America in buona salute. Non avevo pensato neanche a questo, e discesi, contento anch'io, a dormire il mio ultimo sonno nel ventre
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dignità. Uscendo subito dopo di lui, lo vidi entrare nel camerino del prete; del quale intesi poco dopo la grossa voce che contava lentamente: - Dos
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, la patria, la pietà delle miserie umane, erano tutte le forti e dolci virtù della sua giovinezza generosa che rientravano impetuosamente nel suo
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linguaggi, le quali nella traduzione mutan significato o non ne serban più alcuno, e saltando quattro volte, nel torso d'un periodo, da una lingua
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Uno spruzzo d'acqua ricevuto in pieno viso la mattina all'alba, nel punto che aprivo il finestrino per respirare, mi fece stare in cuccetta tutto il
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d'inchiostro e quasi illeggibili, il nome d'un villaggio della provincia di Buenos Ayres, nel quale, al tal numero della tal via, egli avrebbe trovato
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