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accucciati come cani per le strade di Genova, erano stanchi e pieni di sonno. Operai, contadini, donne con bambini alla mammella, ragazzetti che avevano
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passeggieri erano ancora quasi tutti nei loro camerini, dove si sentiva sbatter l'acqua nelle catinelle, e un gran fruscio di spazzole e di mani
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piccolo marinaio gobbo, incaricato di mandar le donne a dormire. Erano corsi, dalla partenza, nove giorni di vita claustrale all'aria aperta: gli
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tossi, da metter la tentazione di sbarcare a Marsiglia. La sola nota amena di quello spettacolo erano i pochi intrepidi che, sopra coperta, uscivan dalle
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servilità: le signore! corte povere diavole che di signorile non avevan più che il vestito usato e le memorie. Le protestanti più inviperite s'erano
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tutti e due quasi ad un punto nelle sartie, erano cascati sopra coperta, e l'uno aveva battuto tra le ruote del verricello, l'altro s'era andato a
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ad altro che agli affetti o agli interessi che avevan lasciati in Europa o da cui erano attesi in America, là, su quelle quattro tavole sospeso copra
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quello da farsi, se nelle ultime ventiquattr'ore il Galileo avea filato bene, e se non c'erano novità spiacevoli a bordo, egli sedeva a tavola
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sera innanzi i cambiamenti che s'erano fatti in quegli ultimi giorni nelle relazioni tra i passeggieri. Un'amenità! Persone che nella prima settimana
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a bocca aperta, e sclamare man mano che si cangiavano: - Che peccato! - come allo svanire d'un sogno incantevole. Erano monti d'oro, da cui
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mollica di pane una striscia di carta, strappata da un giornale sporco, sulla quale erano scarabocchiate a matita, in grossi caratteri, una decina di
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Tutti erano allegri, quantunque il comandante avesse fatto sentire che non voleva la farsa d'uso, di battezzare con le caraffe chi passava Ia linea
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foresta dei tropici, e in qualche momento si provava un senso di ribrezzo. I soli che non sentissero nulla erano gli sposi, che approfittando della
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particolar modo fra le donne, le quali erano ogni dì più uggite e stufe di quella maniera di vita tanto lontana da ogni loro consuetudine. Da vari
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una quantità, di animaletti microscopici, chiamati con non so che nome dell'altro mondo, o in altri termini, che tutte quelle scintille erano bestie
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, un'allegrezza di festa, di cui essi medesimi erano stupiti. E così cambiava man mano Ia loro disposizione d'animo verso di noi, e la maniera di
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immaginato. Per effetto dell'agglomerazione in cui erano costretti a vivere, e delle grandi differenze d'indole e di costumi che passavan fra di loro
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. Gli amori eran molti, ed essendo costretti a rimanere la più parte, o sempre o quasi sempre, nei confini d'una castità rigorosa, s'erano venuti
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Erano i ragazzi di prua che battevan le mani a una manovra con cui s'alzavano le vele di gabbia, di parochetto e di contromezzana, in modo che il
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più di quattrocento tra donne e bambini: non compresi nel numero gli uomini dell'equipaggio, che toccavan quasi i duecento. Tutti i posti erano occupati
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stato altre volte d'animo aperto e incline all'amicizie gaie, e buono fors'anche; ma che tutte le molle della sua natura s'erano spezzate o allentate
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cielo, che s'erano schiariti dopo l'acquazzone: il cielo tutto a grandi squarci d'un screno purissimo, come lavato e rinfrescato, e corso da nuvole
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, s'udivano lamenti e proteste. Poi le famiglie si separavano: gli uomini da una parte, dall'altra le donne e i ragazzi erano condotti ai loro dormitori. Ed
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da Tizi ignoti, perfino per alte autorità di Montevideo e di Buenos Ayres. Gli erano anche state presentate da passeggiere bellocce e sorridenti delle
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lanterna, che teneva il gobbo: v'erano il comandante e il Commissario, con pochi passeggieri di prima; più in là qualche marinaio; una ventina di emigranti
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erano salite fino a quell'ultimo limite che separa il silenzio sprezzante dall'ingiuria aperta. Si passavan sui piedi gli uni a gli altri senza
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tanta parte del piroscafo, ingombrando noi soli, tra men di cento, quasi altrettanto spazio di quello che occupavan essi, che erano un popolo; eravamo
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rimessa sul serio con l'argentino; ma il tenore e il toscano non erano abbandonati, e il Perù pareva che stesse per entrare nella confederazione.
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giunse in tempo. Le cose erano al punto ch'io m'aspettavo di veder prima di sera tutta quella massa di gente avviticchiarsi e accavallarsi in un
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il camerino del comandante, e più lontano, verso il palco di comando. Un gridìo stridulo d'uccelli mi fece levar gli occhi in su: erano gabbiani che
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Già i passeggieri s'erano avveduti tutti del cambiamento. I lettori avevano chiusi i libri; tutti s'erano alzati da sedere, e guardavano l'orizzonte
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poco raffermando. I movimenti del piroscafo erano ancora impetuosissimi; ma quell'odioso fischio e miagolìo arrabbiato dei cordami pareva quetato un
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messi a pregare, e poi s'erano scambiati gli addii, singhiozzando; lui le aveva chiesto perdono d'averla indotta a quel viaggio; s'erano dato il
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essere ridotte quelle di sotto. La vivacità loquace che suol succedere ai pericoli scampati non era nata ancora. Tutti erano ancora agitati per modo
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La mattina seguente il cielo e il mare erano splendidi, e tutta la popolazione del Galileo si dava moto, perchè se il tempo durava bello, si sarebbe
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Erano i cinque argentini, in compagnia del prete napoletano, che venivano per la prima volta a prua a dare un'occhiata ai loro ospiti. Il prete
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, trisillabica, ma che valeva quelle, tre messe in mazzo. E allora... le cameriere erano accorse, e le contendenti, convulse, erano rientrate ternpestando ciascuna
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non c'erano che i giovanotti, che per l'allegrezza si pizzicottavano e si tiravan dei calci di traverso. Dei vecchi, alcuni voltavan le spalle al mare
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, molti erano allegri. E si poteva notare che, quetata l'agitazione della partenza, nella quale erano stati assorti tutti i pensieri, l'eterno femminino
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Sopra coperta, trovai il comandante e gli ufficiali in faccende. Erano saliti a bordo allora un impiegato gallonato del porto di Montevideo e un
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dormitori. Molti erano puliti, e vestiti dei panni migliori, che avean tenuti in serbo per quel giorno; molti altri più cenciosi che alla partenza
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, affannati, spaventati, con le labbra tremanti. Erano di quei sessagenari soli che non potevano sbarcare senza che un parente prossimo si presentasse
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Intanto altri vaporini s'erano avvicinati, ed uno toccava la scala reale. Tornai sul cassero a salutare i passeggieri di prima che scendevano, in
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garibaldino rimase a bordo, appoggiato al parapetto, poco lontano da me. Il vaporino si mosse. Allora tra gli emigranti, che s'erano affollati al
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erano in America, giocavano al gioco opposto, ossia si lagnavan di tutto, facendo leva al proprio orgoglio della patria lontana, appetto alla quale
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sguardo pronto ed acuto ad ogni passo, ad ogni parola che sentisse intorno a sè, vicino o lontano. Erano madre e figliuola, mi disse l'agente; avevano fatto
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gigantesca ombra nera, s'erano dati alla fuga. Si capiva che doveva aver curato altrettanto la borsa propria che l'anima altrui, facendosi pagar matrimoni
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Quelli che udivo parlare più spesso erano i liguri, e quasi si sarebbero riconosciuti, senza sentirli, all'aspetto sicuro, e quasi baldanzoso
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piccolo fratello e il padre, occupata a cucire: pulita e fresca come un fiore. Ma gli ammiratori si erano raffittiti: aveva ora intorno, a varie distanze
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emigranti del Galileo, in confronto ai tanti altri che, negli anni andati, per mancanza di posti in stiva, erano stati accampati come bestiame sopra coperta
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