Sull'Oceano
SULL'OCEANO. EMONDO DE AMICIS SULL'OCEANO DELLO STESSO AUTORE (EDIZIONI TREVES) In-16. Novelle. Settima impressione della nuova edizione del 1880
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lezioso; ma una faccia, poveretto, che mi pareva d'averla vista per la prima volta in un'opera illustrata del Darwin, al capitolo delle catarrine
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cui battevano la misura i colpi cadenzati dell'elice. Ma i pensieri, a quell'ora, pigliano il color del mare. Davanti a quella faccia sconfinata delle
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corse d'esploratori nelle terze classi. Quella che dava più nell'occhio era la faccia di Napoleone idropico del marsigliese, il quale gironzava intorno
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al viso, come un cero. Non capii. Voleva dirmi che la macchina del Galileo era costata un milione. Lo ringraziai, scansando il dito, e mi ritrovai
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Arrivato a questo punto, trovo sulla copertina della carta del Berghaus, sulla quale segnavo ogni giorno qualche ricordo, le parole: 11.° giorno
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del suo viso, veduto così da vicino, in mezzo alla folla che ci stringeva, mi rivelarono l'animo suo meglio che non l'avessero fatto fino allora tutti
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Quello era l'"innamorato", un personaggio che a bordo non manca mai, come diceva il Commissario, e spesso anche ce n'è vari: d'innamorati del cuore
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Il giorno dopo, fin dalla mattina presto, non si parlava d'altro a prua che della novità del bambino e del passaggio dell'equatore: dell'aquatore
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E fu festa anche per noi. Per me cominciò dopo colazione nel camerino del Secondo, col col quale passai un'ora piacevolissima, insieme con altri due
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, che portavano non dubbi sogni d'un lungo e avventuroso servizio. Al bimbo, secondo l'uso, si sarebbe messo il nome del piroscafo, Galileo; il quale
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Ma il battesimo, come la festa dell'equatore, non fu che una breve tregua all'irritazione che serpeggiava a prua per effetto del caldo crescente, in
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, vicino all'ufficio del Comandante, in uno dei due lunghi passaggi che vanno a poppa a prua; al quale, perchè v'era un andirivieni continuo di gente
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striscia di nuvola sottilissima e nera, terminante di qua e di là al contorno del disco, in modo che il globo pareva spaccato in due emisferi paralleli
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tenevano al corrente dei progressi dell'arte del salvataggio. Ottanta su cento dei naufraghi, diceva, s'annegano, crepano, per colpa di chi li imbarca
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le quattro bellissime stelle della croce del Sud, sconosciute
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scintillanti nella solitudine oscura dei così detti sacchi di carbone: i deserti del cielo australe. Da un lato splendevano limpidamente l'alfa e la
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Qui, al diciassettesimo giorno, trovo notato sulla carta del Berghaus che si doveva passare la famosa linea tirata da Alessandro VI per dividere il
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nostri laghi, così belli che pare non possa venir in mente a nessuno d'abbandonarli: tessitori di Como, famiglia d'Intra, segantini del Veronese. Della
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del piroscafo. II bimbo più piccolo della brasiliana, malaticcio, piangeva, e sentivo la cantilena sommessa e triste della negra, una specie di
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La figura di quel povero innamorato che s'allontanava per il passaggio coperto, rimase legata nella mia memoria a un aspetto nuovo del mare e del
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Comandante, scritte in favor loro da parenti, o da altre persone sconosciutissime all'uno e all'altro. - Signor Comandante del bastimento, le raccomando
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striscia chiara all'orizzonte d'occidente, come uno spiraglio lasciato aperto dalla immensa cappa nera del cielo, prima di chiudersi sul globo, per
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Se è vero che in ogni lunga navigazione v'è una così detta "giornata del diavolo" in cui tutto va alla peggio, e il piroscafo diventa un inferno, io
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giorni non fossero più andati a dormire. Si vedeva che n'avevan tutti fin sopra ai capelli del mare, del piroscafo, della cucina e del regolamento, e
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viaggi per la prima volta in uno di quei colossi che fanno lo scambio del sangue e dell'oro fra i due mondi. Da principio ci si confonde la testa in quel
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vidi molta gente affollarsi ai piedi di una delle scalette del palco. Un bambino, salito fin sull'ultimo scalino, era precipitato di lassù, dando del
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una folla. Guardai verso prua: quanto c'era di vivo nelle più profonde cavità del bastimento era sbucato fuori; un brulicame nero da un capo all'altro
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presso a poco alla latitudine di Santa Caterina del Brasile. A un dato momento salì sul cassero il genovese, fregandosi le mani, e mi disse passando
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immaginare l'eco intima che ha in tutti quel primo grido, quella prima irresistibile confessione del terrore della morte, da cui tutti sentono smascherato
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si buttarono sui divani. Alcune signore piangevano. Lo strepito del bastimento e del mare copriva le voci. Pareva quasi notte. Mi sembravan mutati il
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immaginazione cento volte scacciata si ripresentava cento volte: quella del rumore che avrebbe fatto acqua irrompendo dentro, in quanti secondi sarebbe
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poco raffermando. I movimenti del piroscafo erano ancora impetuosissimi; ma quell'odioso fischio e miagolìo arrabbiato dei cordami pareva quetato un
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d'amor proprio, come se il non essere andati a fondo fosse stato effetto del valor personale di ciascuno, e tutti pregustassero fin d'allora
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súdicia. I tetti, le pareti, gli alberi, le lance sgocciolavano come del sudore della battaglia. A poppa e a prua s'agitavano ancora i marinai, con
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di mille piccoli incidenti di nulla, che la paura aveva ingigantiti nella immaginazione di ognuno, e che assumevano nell'esagerazione del discorso
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, accumulati in un canto, legati e suggellati. Poichè v'eran là dentro i frammenti del dialogo di due mondi: chi sa quante lettere di donne che per la terza
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ufficiali del piroscafo tenevano mano a tutti i più sfacciati boletàri di terza per avvilire le ragazze onorate. Essendo vicina l'America, non parlava più
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E lui e gli altri si spassarono di tutto cuore, più tardi, accennandosi la schiena rotonda del professore che, appoggiato al parapetto, dava delle
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, quell'imminenza dell'arrivo in America non mi destava più alcuna commozione. Era un altro fenomeno morale simile a quello che avevo provato nei primi giorni del
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con una voce strascicata e nasale, che mi addormentava. A un tratto il canto cessò, come se l'attenzione del marinaio fosse improvvisamente attirata
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non vedevano nulla, immobili e assorti, come davanti alla faccia d'una sfinge, a cui volessero strappare il segreto del proprio avvenire, e come se
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volo. Nessun momento del viaggio, fuorchè la tempesta, mi rimase come quello stampato nell'anima. Il fiume smisurato era come immobile, quasi che le sue
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, sbadigli virili e conversazioni sommesso, che in quel silenzio del bastimento immobile sonavano come un ronzio di tafani, non vi fu più quiete
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labbro di sotto, come per reprimere la voce del cor ferito; e poi, prendendo la mancia, corresse l'umiltà dell'atto con un inchino elegante e pieno di
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dibattuta inutilmente, per anni, sotto l'artiglio della miseria. C'eran bene di quei lavoratori avventizi del Vercellese, che con moglie e figliuoli
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pensieri sconfortanti, andai a passare un'ora sulla piazzetta, uno spazio che era dalla parte sinistra del piroscafo, compreso tra il castello centrale e
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giorno dopo, con un turbante bagnato intorno al capo, a meditare sulla brutalità, del gran padre Oceàno: lo schiaffo era stato così violento e
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emigranti del Galileo, in confronto ai tanti altri che, negli anni andati, per mancanza di posti in stiva, erano stati accampati come bestiame sopra coperta
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L'imbarco degli emigranti..........................Pag. 1 Nel golfo del Leone.......................................... 10 L'Italia a bordo
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