Senso
cristallo terso e ninnoli d'ogni maniera. Il prete, entrando, si sentì una vampa alla testa: avrebbe voluto fuggire. La donna lo chiamò con voce soave come
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del petto, sulla quale scendeva, appesa ad una fettuccia di velluto nero, una croce d'argento. Mentre io guardavo la strana fanciulla dalla testa ai
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cordoglio, del resto, lo annebbiava per poco. Un sospiro da mantice, uno sguardo al cielo, una scrollatina di testa, ed ecco era tornata, come per incanto
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ardono i piedi, le gambe, il cuore, la testa ... La signora Carlina ascoltava con l'orecchio teso; aveva le guance rosse di vergogna e gli occhi pieni
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giallo del solito (non aveva chiuso occhio in tutta la notte) sentiva un brivido scorrergli dalla testa ai piedi. Allora si tastava il polso e gli pareva
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insomma. Ho letto come sulla retina, nell'occhio dei condannati a morte, s'è trovato, dopo recisa la testa, il ritratto degli ultimi oggetti, in cui i
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testa sventata era dunque andato a passar la notte? Non s'attentava di allontanarsi troppo di casa; guardava dalle finestre, ma non vedeva altro che
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l'uno accanto all'altro sul gradino del parapetto. Ai manigoldi mancavano la testa, le mani o le braccia, e codeste membra si vedevano sparse sul
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sprofondarmici dentro, sicuro di trovare al fondo del colore smeraldino una sirena bionda. Bevevo l'acqua salata. Tornavo fuori con la testa, quando mi
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dolcezza mitigata dai segni di un'ironia continua, quasi crudele. La testa piantata superbamente sul collo robusto; le spalle non erano quadre e
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il vecchio vino bevuto alla cena mi portasse di colpo tutti i suoi fumi alla testa. Non riescivo a liberarmi dal peso e dall'abbraccio di lei, che mi
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testa bassa, come sbalordito dalla foga del lungo sermone. Il curato girò gli occhi ad un angolo della stanza, li fissò un istante sul Crocifisso, che
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dall'uscio: - La signora baronessa prega il reverendo signor curato di passare nella sua camera. Il curato piegò la testa in atto di saluto e, lentamente
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misura del tondo dell'orologio. Il ritratto dal suo sicuro nascondiglio ogni tanto mi sorrideva; e avevo mezzo guastata la molla della custodia. La testa
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sulle ginocchia; pianse; poi, rialzando la testa e guardando Menico, disse: - Eppure, Menico, io non sono colpevole. Non ho fatto, ch'io sappia, niente di