Scritti giovanili 1912-1922
luminose e d'ambiente, e il vero dinamismo, non più che un senso organico profondamente affinato, ribolle e schiuma, di sotto.
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Infatti l'opera si rannoda a ricerche ormai superate ma le conchiude ad un tempo in un'espressione assoluta. È tanto vero, come dissi, che la
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Ma presto si giunge al vero movimento, gloria autentica di quest'artista, che non è, ripeto, altro che un esaltato dinamismo organico e si esprime
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Torcendo e dibattendo il corno aguto. È la equivalenza involontaria ed eterna di queste forme uniche data da un poeta, qualche tempo fa. Tanto è vero
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Della traduzione non si può dir che bene. E molto dimostra nei risultati una congenialità tra autore e traduttore. Di rado si può cogliere, da vero
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Questo è tanto vero che sbalzati, secondo il criterio dell'autore, da luogo a luogo, ci ritroviamo spesso di fronte a mere ripetizioni dello stesso
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di Tintoretto quale massimo modello di Velazquez, ci pare poco felice, a meno che non sia vero come il M. vorrebbe che la Resa di Breda sia una
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Francesco già della collezione Ashburton, attribuito, è vero, al Murillo ma che è senza contrasti una finissima creazione del nostro Strozzi.
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di fronte ad esso tutti gli altri più e più recenti non rappresentano che un vero e proprio regresso 4.
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contemporanea. E che bassura nei pochi accenni. Viva le ideologie di Gustavo Moreau, abbasso l'impressionismo, che sorgeva allora. In fine, e i «Maîtres»? Vero
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Peccato, vero?, tanto più se si riflette che l'uomo che persino in quest'opericciola sapeva in un sol grumo di scuri fermare lo sviluppo di tutta una
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vero caravaggesco, e in cui si ripete più torbidamente l'ecclettismo disordinato di Massimo, né, tanto meno con Finoglia, perché, nei suoi affreschi di
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È vero che, come tipo, il Santo si rifà a quelli di Cigoli o dei Bolognesi, ma anche più vero che nessun toscano avrebbe saputo dipingere con così
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Da questi eccessi di vero c'era tuttavia la possibilità di cavare del nuovo anche per Orazio, quando egli volesse tornare sulla via propria, ch'era
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il nome di Dionisio Calvaert ed ora una scritta più conforme al vero: «Scuola caravaggesca».
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Plein-air mitigato e scialbo; natura non verde e calda come veneziana, né calva e adusta come fiorentina, ma qualcosa di più vero e di men vero, come
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attualità per inevitabili necessità di vero pittorico.
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annoiarsi a dovere e non fallare; se è vero che proprio a libri di tal fatta gli studiosi si rivolgono per aver notizie preliminari esatte, senza
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decoratore, senza freno e senza misura, addirittura agli antipodi con Bramante - voglia poi metterlo in relazione col Brunelleschi. È vero che la
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Nessuno ad ogni modo si aspetterebbe il finale dove l'abolizione assoluta di quel senso storico valutativo impresso per sempre nell'animo di un vero
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come messa in valore violenta e alterante di alcuni caratteri di un'arte». È vero, di fatto. Talmente alterante che l'arte senese per entro cotesto suo
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Certosa), poso sono invece avvicinarsi i due bozzetti a chiaroscuro (nn. 337-338) che sono attribuiti, nientemeno, alla scuola veneta del '700: tant'è vero
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artisti si possano scambiare in questi studi di caratterizzazione «dal vero»; soltanto Pittoni intona in verde, Piazzetta in rosso bruno; una cosa da
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Chi s'aspettava per esempio di trovare nel Convito di Assalonne attribuito al Preti nella Galleria Harrach di Vienna * un vero capolavoro di quel
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solidità reale di tono, solo di pasta lubricamente levigata, ritorna nel suo vero mondo, ove ridiventa un popolo scontrabile anche in piena vita
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Ripeto che non pretendo di risolvere alcun problema, soltanto di porlo. Io anzi domando: se è vero che la Strage degli Innocenti di Altobello Melone
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Le osservazioni del Freyer hanno, è vero, un valore locale, ma non potranno che essere riconfermate e ribadite da ricerche compiute altrove.
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Ed è poi troppo corrivo a credere che finora non si fosse a sufficienza apprezzato il valore di Nanni di Banco, come vero iniziatore della rinascenza
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Ecco due disegni per gli affreschi della scuola del Santo a Padova, uno a Francoforte, uno all'Ecole des Beaux Arts a Parigi. Ma a dir vero, ci pare
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prima metà del '700. Tant'è vero che la Cappella Medicea «inaugura il tipo di architettura funeraria che sarà largamente seguito specialmente nel
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Tant'è vero che la grande tradizione dei migliori illustratori francesi è ancor oggi quella grandissima di Daumier, creatura di Rembrandt e di Goya
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gli illustratori nazionali, non sarebbe nel vero. Io ho parlato del buono e ho taciuto del molto cattivo. Il gusto è a brandelli tanto in Francia che
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Scrive dapprima il Brueghel: « Quanto alli quadri del Rembrandt qua non sono in gran stima, è ben vero che per una testa sono belli, ma si possono
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Ménard, Martin, Blanche io dicevo; e della nobile schiera è Besnard; ma è pur vero che non si può insistere nell'impressionismo quando si debba
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. come uno scialle vero, un gaudioso tappeto.
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egittizzante ed etruscante, e l'altra di acquafortista geniale ed avventuroso, si sarebbe potuta porre e magari anche risolvere la questione del valore vero
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Quanto a Nicolò è vero ch'egli risentì l'influenza della Linguadoca, ma è altrettanto vero che la Linguadoca subì l'influenza lombarda anche in certe
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Non ci pare, a dir vero, che in essa il P. abbia raggiunto quel grado necessario e sufficiente di chiarità concettuale che occorre agli avversari per
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vite e delle date per intenderci - la quale soltanto potrebbe illuminarci in certi casi sul vero valore di un'opera d'arte. Egli cita al proposito
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E ciò non può essere che vero, anche per effetto della psiche umanistica del Correggio: parlo di psiche, perché parlo del Correggio.
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diletta della solitudine, e dell'ombra che gli carezza la spalla, e, da vero estera, palpa e guarda come uno strano magot, il teschio che forse non è
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' professori di San Luca, ogni commercio con il vero, fin qui presente a' napoletani e allo stesso Solimena. Così dirò non più che ragionevoli queste
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essi si sono limitati - procedere verso la curva viva, verso l'ellisse o il frammento dell'ellisse che ci porge il senso vero dello svincolarsi della
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antichi altri ne mesce che son del suo tempo: in quel più vero di certe parti e nel più di contrapposto e di sbattimenti che gli verranno forse dagli
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Rinascimento; - già, si potrebbe dire che la bellezza femminile, che è un'inesistenza per il vero artista figurativo, fu e sarà sempre la prima essenziale
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Ecco. Bisogna pur parlarne perché è questo, soltanto questo il loro valore prettamente figurativo. E vero che non so quale estetico italiano ha detto
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far trasferire il quadro (col nuovo numero 920 A) alla «Scuola Veneziana del '700» [oggi sospetto che il dipinto possa appartenere al vero Matteo dei
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il compito dei fiorentini fosse l'imitazione del vero, e non la trasfigurazione pittorica di esso, ma anche a confondere insieme o tutt'al più a
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Viva. È dunque vero che l'artista, egli solo sa quel che vede e come vede il mondo, e largirci, in sogno, la verità della sua visione.
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in genere, laddove i colori non sempre giungono a vero e proprio valore: in lui, d'altra parte, il problema del movimento è troppo essenziale per
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