Scritti giovanili 1912-1922
dava un pittore quasi ignoto al pubblico, Orazio Borgianni.
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Mi dimenticavo di dire che l'opera è un capolavoro del mio prediletto Orazio Borgianni 3, l'autore del famoso rembrandtiano ritratto di Braunschweig
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Grave danno per la conoscenza di questo periodo dell'artista è la perdita della pala d'altare della Conversione di San Paolo che Orazio - dopo essere
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realista e perciò inferiore. Sceglie con gran cura Orazio la natura, ma non la trasforma: una volta scelta, la copia, e bene; ma non basta; non basta
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per via di fonti o di firme, le altre che attendono ancora in molte gallerie di riacquistare la smarrita paternità di Orazio.
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mano del nostro Orazio17*. Strano preparato di humour e di pretensioni idealistiche, personali! Realismo, sì, dice Orazio ma cortese, distinto
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Ma si tratta di momenti, poiché anzi proprio ora Orazio ripiglia il problema caravaggesco per portarlo a nuovi sviluppi.
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E sia pure, dopo tutto questo, che si apprezzi per quel che merita la diversione che Orazio ha fatto ancora una volta verso una forma rapida
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, dimostrerebbe con più evidenza i progressi di Orazio dal primo San Francesco della Galleria Nazionale. V'è qui una vastità di comporre tutta alla
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Non passò molto tempo perché Orazio riprendesse il problema della scena religiosa in ambiente attuale: ciò fu nella notissima Annunciazione di Torino
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Non occorre dunque fermarsi oltre sul Davide d’Orazio Gentileschi: sulle sue qualità di abile contraffazione del Caravaggio primo, ad opera di un
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Non deve stupire, dopo aver veduto Orazio bussare a tutti gli ateliers della seconda generazione caravaggesca in cerca d'ispirazione e di svolgimento
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Crediamo infatti che verso il 1618-20 Orazio abbia dipinto la Scena di gioco e di rissa che nel Museo di Copenhagen è attribuita, s'intende, a
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Curiosa pretesa questa di Orazio di voler dipingere peggio di quel che sapeva! Così perde ogni forza in questa compostezza di posa alla bolognese, in
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Ai ricchi genovesi dovevano piacere assai queste contaminazioni di Caravaggio e di Bologna; mi pare infatti che Orazio abbia divagato ancora una
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paternità bolognese, e nei panneggi che assumono dalla mano di Orazio morbidezze chiarità, freschezza di ombre abitabili.
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È doveroso riconoscere che Orazio si è costretto o è stato costretto ad imitare Guido Reni, che da due anni appena aveva mandata a Genova (1619
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Ancora nella Quadreria dell'Accademia Albertina Orazio ci appare nella grande e bella Sacra Famiglia**** che nel catalogo suona stranamente Schidone
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Vale ad ogni modo la pena di accennare alla possibilità che per l’appunto con opere di questo genere Orazio abbia dato lo spunto al carraccismo
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È una chiara e schietta ripresa di caravaggismo signorile quale Orazio ricerca e raffina; è una buona preparazione a comprendere l'Annunciazione
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L'unica opera di Genova - oltre l'Annunciazione di San Siro - ancora alla vista del pubblico, dove Orazio ci permetta di rivederlo in forme più
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Quello che manca è lo studio dei valori, perché il fondo è di base scura per ricerca di forza; eppure, forse a distanza di mesi, Orazio crea l'opera
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Che cosa potrebbe fornire con più esattezza la temperatura intellettuale di Orazio Gentileschi nell'anno 1624? Poiché è certo che l'opera, notissima
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Non mi resta che la conoscenza di tre opere per fissare lo svolgimento estremo dell'arte di Orazio fino alla sua morte; è poco per quindici anni di
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Ed Orazio?
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Orazio Gentileschi, ormai spaesato, mandava di Londra la sua grande opera delicata ed aperta, studio di sete lisce e di luci chiare, un po' scialbe
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Ciò che poi preme di far rivelare è l'assenza assoluta di maniera formale in Orazio; riflettete ai fremiti ondosi e interrogativi che animano la
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Nessuna meraviglia dunque se sorprenderemo finalmente Orazio a tentare la trattazione anche più adatta a questo pubblico anticlassico: la scena
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Anche in questo dipinto Orazio Gentileschi per un nonnulla non giunse a ciò che suole chiamarsi capolavoro. Forse lo distrasse il fatto, e quel non
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Chi non riconosce infatti Orazio Gentileschi in quella Cena ovvero Ritorno dalla caccia della Collezione Robinson di Svanage * che fu esposta alle
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Una cosa almeno sarà apparsa chiara dalle mie ricerche su Orazio; dico la necessità di seguire in certi casi i riflessi del temperamento dell'artista
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E allora, in temperamenti come quello di Orazio, come bene si spiegano tanti abbandoni, e ritorni, e divagazioni smagate, che non avrebbero saputo
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ammirevole, la potenza non solo «oculare» ma anche e veramente «visiva» di Orazio Gentileschi, che così soleva dipingere negli ultimi anni soggiornati in
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Potrebbe anche credersi che Orazio con la sua mollezza di coscienza si sia lasciato completamente circuire e dominare, dall'ambiente patrizio
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ad Orazio nell'origine di questo mutamento. Ma intanto non dimentichiamo il fatto che Honthorst, dopo aver lasciato l'Italia pretto Manfrediano, passò
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Che i modi di Orazio non languissero in patria: a questo pensò la figlia dal nome favoloso e serico come le pitture del padre: Artemisia.
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di Orazio, ma con qualche a tentoni giovenile, e magari di senso femminile.
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Ma i giovani che si recano a Roma verso il 1615, trovano l'ambiente assai mutato: il più eminente dei toscani a Roma è ora Orazio Gentileschi: sicché
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Formatasi nel periodo che lo stesso Orazio oscillava fra vaghezze dorate più veneziane di Caravaggio primo, e la forza del Caravaggio maturo, risentì
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parte soffia fumigata come Orazio soleva, Appaiono infine oltre le larghe chiazze di vesti lavorate abilmente di valori, le membra e i lini e le sete
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Né vorremmo più che accennare all'altro strano refluire delle forme, calme e fantastiche ad un tempo, di Orazio nelle opere dello spagnolo Juan
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Poi, quando Orazio lascia la patria, e approda in Inghilterra non ci è dato seguirlo, per indagare compiutamente in che modo egli contribuisca alla
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L'Ecce homo ch'egli cita come del Crespi nella Raccolta Borromeo all'Isola Bella è una copia mediocre della tela di Orazio de Ferrari prima
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BORGIANNI, ORAZIO
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una raccolta privata fiorentina e con un Martirio di Sant'Erasmo nei depositi fiorentini di San Salvi, firmato a tergo, lo schedavo al nome di Orazio
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214. Isacco e Giacobbe. Udine, Duomo. Opera certamente genovese, di Orazio de Ferrari.
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DE FERRARI, ORAZIO
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GENTILESCHI, ORAZIO
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ritenevo più di Orazio, ma del Saraceni, la Santa Cecilia e l'angelo di Roma (450); non più di Orazio, ma di Gherardo Honthorst, come del resto rettificai
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Orazio Vernet, dove: « la mémoire du spectateur retrouve ses jalons, à savoir : un grand chameau, des biches, une tente etc... » -, diceva Baudelaire.
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