Scritti giovanili 1912-1922
E, intendiamoci, ripeto. La seconda era non rinnega i risultati della prima, solo li incorpora nella nuova visione: basti pensare a Cézanne e ai
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Nella seconda era, la visualità lirica pura è preordinata dal generale progresso conoscitivo; ciò è, dopo la organizzazione della natura nello
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Michelangelo; il quale - egli avrebbe detto - era stato certamente un buon professore, ma era gran peccato che non sapesse dipingere.
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La critica generale di Michelangelo era dunque esatta; solo ch'egli andava tropp'oltre e, perché rinchiuso nella tradizione disegnativa, non
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Passignano. Il loro intento era bene analogo - in metodo - al carraccismo; nella decorazione, come se un artista potesse impiegare più che uno stile, la
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Era questo dicevo il problema per il quale l'arte caravaggesca, accennandone vari sviluppi, lasciava adito nei seguitatori ad incertezza
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Era su siffatta scultura, a un dipresso, che Baudelaire doveva formare il suo giudizio di condanna per la scultura come arte, l'unico giudizio che
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Il secondo era prodotto dall'atonia realistica generalmente diffusa negli artisti nordici per i quali è gloria non lasciarsi impressionare da nulla
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confusione tra oggetto e soggetto. Il soggetto come lo si rovesciava fuori dell'arte era l'ultimo tentativo di fissare il bello naturale.
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Ché, se nelle forme umane la gioia era di installarci di volo nelle articolazioni più energetiche, qui possiamo liberamente scagliarci per ogni
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arte moderna in’Italia non c’era.
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«Era fatale che Bologna soltanto potesse fornir l'arte la quale » -ma non si tratta di forniture commerciali ma di sviluppo artistico; di vedere cioè
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per dimostrarne la completa insufficienza. Basterà dire che Battistello era una personalità smembrata da ricostruire per intero e che nessuno s'era
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sferica delle forme nel torso del Cristo: schematismo dal quale il maestro s'era sempre tenuto rigorosamente lontano, con quel senso profondo della
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Infine, parecchio prima della Gentileschi era venuto a Napoli da Roma Giuseppe Ribera, e questa è la terza tendenza che si frappone alla
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Si potrebbe cominciare dal nulla e procedere verso la massima vitalità artistica, verso i prodromi migliori della modernità, la quale era tutta nella
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' disegnata e un po' dipinta. Né occorre dirne altro e non che essa era la vera erede dello stile didattico dei Carracci, anzi di Annibale.
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Era questa l'interpretazione della mitologia pagana biblica o cristiana acconcia alla nuova borghesia pretenziosa che non aveva studi classici, ma
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dalle opere). Venne a Napoli verso il 1630 quando il padre era già in Inghilterra da parecchi anni (Lettere di Artemisia) 51. A Londra andò soltanto nel
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, coll'espansione delle sue nuove forme che ne germinavano. Fin dopo il 1313 fu in patria; nel 1317 era a Napoli alla corte di Roberto d'Angiò con
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Ed ecco, sempre secondo il Dami, comparire Simone ed «introdurre nell'ordinato paradiso duccesco un procedimento di stile che non era più possibile
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Non era necessario ricordare che il Mitidieri («L'Arte», 1913) aveva attribuito a Preti l'affresco dietro l'altar maggiore di S. Bartolomeo all'Isola
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cronistorie pittoriche che alcuni pittori genovesi si eran presi forse lavorando nei divini squallori dell'Escoriale. Era una pittura quasi senza pittura
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Ma, di grazia, che cosa significa tutto questo? Curiosa illusione! E l'enfasi delle pose teatrali di quel tempo da che cosa mai proveniva? Era una
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Senza dubbio la Guida del Touring sostituirà il Baedeker, perché imita il Baedeker. Ma era necessario proprio imitare il Baedeker in qualcosa di più
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Non mancavano poi i veneziani il cui gusto era sempre vivo e producente per tutta la scuola meridionale, e ricorrono i nomi di Tiziano e di Lotto
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Bisogna ad ogni modo avere sempre fisso in mente che l'intenzione prevalente dell'amatore seicentesco era quella di formarsi una bella collezione
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La cerchia accademica romana che teneva le redini della critica e giudicava del Rembrandt così era appunto quella che il Preti, richiesto dal Ruffo
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Placido Ruffo scelse i 100 quadri della primogenitura, era ridotta a 160 pezzi; e sebbene in seguito Don Antonio ne recuperasse alquanti, si divise
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Abbiamo ora, dunque, la chiesa-museo, il modello didascalico di basilica cristiana; e anche i bimbi da cresima sapranno che Santa Sabina era così, o
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Non era facile dire la verità intorno alla tavoletta n.258, relegata troppo in alto, fra gli scarti di una sala solitamente non accessibile al
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L'ottimo Villot, evidentemente, errava, ritenendo che l'opera non fosse né del Correggio, né correggesca. È forse ch'egli era abituato a godersi
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9. Santa Marta e il demonio. Roma, Barberini, Avvertii che già dall'Oldenbourg (1921) era stata riconosciuta al Fetti, come variante dell'opera di
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540. Bozzetto della Santa Petronilla. Roma, Galleria Nazionale. Era palese trattarsi di copia, non di bozzetto.
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Era rappresentato soltanto dal Bacco e bevitore (658) della Galleria Nazionale di Roma, opera genuina. A me sembravano copia probabile da lui i
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Era esposto con un'opera ineffìcente (497) e non di sua mano.
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659. Madonna in trono fra angeli e Santi. Roma, Galleria Borghese [figura 249]. L'attribuzione era del Cantalamessa e così ci si astenne dal
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Nella prima edizione gli era attribuito il Turco dormente (694) della Coll, Ravà di Venezia, me mi pareva della stessa mano della Scena zingaresca
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Nella seconda edizione (902) così era definita la Famiglia Sartorio del Museo Civico di Modena, per cui si veda anche a: LONGHI, ALESSANDRO. (prima
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Il colorismo bizantino negli esempi di San Vitale aveva raggiunto un delizioso accostamento di superficie late di colore, ma ciò era avvenuto a tutto
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Così Paolo Uccello giungeva di nuovo all'intarsio che nel colore equivale al tappeto; ma non era più il tappeto bizantino steso su forme incorporee
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prospettici: intonate le loro superfici nella luce diurna e diafana di Domenico Veneziano cui Paolo Uccello non era giunto e avrete - ciò è noto - Piero dei
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Il grande merito di Piero fu infine quello di comprendere che era necessario arginare il serpeggiamento funzionale entro inesorabili tubature
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Era mai possibile che Antonello arrivasse spontaneamente a questo punto di acrimonia prospettica, applicata ai particolari della forma, quando noi
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credesse possibile la nascita di un cinese del Trecento con gl'intenti plastici di un Masaccio, poiché se una tradizione comunque artistica qual era
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ai fiamminghi. Van Eyck, l'artista che la tradizione ci afferma avere impressionato Antonello, era appunto giunto a una plasticità formale per cui il
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s'era curato, o per i quali s'era servito di forme ancora troppo fiorentine, in senso organico. Antonello seppe far questo e raggiunse l'assoluto: fu
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Ritorniamo piuttosto alla pittura per dire che se l'attuazione plastica di Antonello era sviluppo, ma anche, in certo senso, deviazione da Piero, ad
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Domando allora se non sia possibile che un altro equivoco non sia nato del tutto analogo a quello della Santa Giustina. E cioè: era in grado Alvise
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era il massimo risultato pittorico che potesse raggiungere un artista ancora aggiogato all'orbita Mantegnesca come Giovanni Bellini: ed era veramente
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